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La Casta non è mai saziaTre consiglieri hanno il vitalizio dopo 3 mesi

In Regione da maggio a settembre (inclusa la pausa estiva) hanno maturato un assegno da 2800 euro mensili

Lucia Esposito
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  Sono stati consiglieri regionali per poco più di tre mesi, esattamente dal 27 maggio 2010 e sono cessati dal mandato a metà settembre 2010. E di mezzo c'è stata anche la pausa esitva. Sono andati via per una decisione del Tribunale amministrativo regionale. Ecco solo per quei novanta giorni scarsi di attività politica gli ex consiglieri Enzo Di Stefano e Gianfranco Sciscione (Lista Polverini), Giancarlo Gabbianelli (Pdl) hanno un assegno di circa 2800 euro al mese per tutta la vita al compimento del 55esimo anno di età o, con una riduzione, al cinquantesimo. Un'età che hanno raggiunto praticamente tutti. I tre consiglieri erano stati eletti in base a un'interpretazione della legge elettorale in base alal quale i consiglieri sarebbero stati 73 ma che poi è stata anniulata dal Tar del Lazio che li ha riportati a 70. Loro tre lasciano il consiglio, ma Sciscione  viene nominato presidente dell'Ater di Latina, l'ente delle case popolari, Di Stefano viene nominato presidente dell'Ater di Frosinone, Gabbianelli torna a fare il presidente del consiglio comunale a Viterbo. Tutti e tre con la certezza di aver "guadagnato" una pensione da 2800 euro al mese.  Riceviamo e pubblichiamo la precisazione di Giancarlo Gabbianelli, ex consigliere regionale del Lazio, sindaco di Viterbo dal 1999 al 2008:  "Ho letto con piacere,dai siti online (e non solo) dei quotidiani "Il Giornale" e "Libero" che avrei maturato un vitalizio mensile di 2800 euro e che lo starei già percependo. Detta notizia viene riportata con sicumera ed assoluta certezza da appartenenti ad una più o meno ristretta casta,che,pur di affermare le proprie incontrovertibili convinzioni, non si affatica a verificare quanto riporta come dati assolutamente certi. Il tutto accompagnato da giudizi morali trancianti e,possibilmente,dopo aver intinto la penna nel fango. Ed allora puntualizziamo: 1) sono stato proclamato consigliere regionale del Lazio dai competenti uffici giudiziari il 16 aprile del 2010,non partecipando ad una lotteria,ma a democratiche elezioni; 2) con successiva sentenza del TAR Lazio del settembre 2010,sono stato dichiarato decaduto; 3) il consiglio regionale del Lazio,con Legge Regionale n.19 del 23.12.2011, ha statuito di corrispondere il vitalizio ai consiglieri in carica,o cessati dal mandato,in applicazione di quanto previsto dalla Legge Regionale n.19 del 1995; 4) ad oggi ,ad oltre due anni di distanza dalla mia decadenza,non ho notizia dalla Regione Lazio che detta legislazione mi sia stata applicata,né mi è stato richiesto di coprire i contributi,che comporterebbero,secondo i calcoli fatti da alcuni quotidiani,il versamento di circa 70.000 euro; 5) non avevo già un incarico al Comune di Viterbo,ma,dopo le elezioni comunali del 2008 in cui ero stato il più votato di tutte le liste,il consiglio comunale mi aveva eletto suo presidente. Due brevi considerazioni sulla sentenza che mi ha escluso dal consiglio regionale del Lazio,dove ero arrivato grazie al consenso popolare e non attraverso il listino.Il TAR Lazio ha statuito che per determinare il numero degli eletti si doveva far riferimento allo statuto regionale,che prevedeva 71 consiglieri,invece che alla legge nazionale .Detta legge aveva portato la Corte d'appello a proclamare 74 consiglieri per rispettare il rapporto di 60 a 40, tra maggioranza e opposizione.Seguendo il ragionamento del TAR,andava applicato il rispetto dello Statuto; Statuto che prevedeva una ripartizione dei seggi, attribuendone un numero ad ogni provincia,prefissato nel decreto di convocazione dei comizi elettorali,varato dal Presidente uscente,cioè Montino. A Viterbo toccavano tre consiglieri e quindi,essendone stati eletti due con quoziente intero,il primo resto era il mio e quindi mi spettava,in ogni caso, l'elezione. In sostanza,seguendo le tesi del TAR,sarebbero dovuti uscire due consiglieri di sinistra e uno di destra.Ciò per riportare il numero dei consiglieri a quanto previsto dallo Statuto.Ciò era tanto vero che i due consiglieri di sinistra "in bilico",sostennero la tesi di rigettare il ricorso e lasciare il consiglio regionale a 74 componenti: ma il TAR respinse l'obiezione da me avanzata,con la motivazione che non avevo presentato ricorso.Anche i bambini sanno che per presentare ricorso amministrativo,occorre avere interesse,pena la sua inammissibilità,senza entrare nel merito.Che interesse avevo a presentare ricorso,essenso stato proclamato eletto? Ed allora,qualora ne avessi diritto e pagando decine di migliaia di euro, eserciterei il mio diritto,considerandolo non un privilegio,ma un giusto risarcimento per la grave ingiustizia di cui sono stato oggetto e che mi ha danneggiato pesantemente e in maniera definitiva. Certo,sarebbe stata una beffa che,su un ricorso della sinistra,fossero andati a casa due consiglieri di sinistra su tre. Un'ultima notazione per il cronista de "il Giornale": non sono rinviato a giudizio per false fatturazioni,ma per abuso d'ufficio in concorso e comunque ho già rinunciato a vedermi applicare una ormai certa prescrizione dei reati ascrittimi;quindi quando scrive di "casta", si rivolga ad indirizzi a lei ben conosciuti".            

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