Beppe Grillo riscrive Primo Levi. La comunità ebraica: "Vergognosa provocazione"
Alla vigilia dell'appuntamento sul voto di scambio politico-mafioso, Beppe Grillo torna a provocare dalle pagine virtuali del suo blog. Nel mirino dell'ex comico, per l'ennesima volta, finiscono Giorgio Napolitano, il premier Matteo Renzi e l'accordo raggiunto da Partito Democratico e Forza Italia sul tema delle riforme. Questa volta, però, per sferrare il suo attacco, il leader del Movimento 5 Stelle sceglie di sfruttare i versi composti da Primo Levi e ne parafrasa la celebre poesia Se questo è un uomo: "Considerate se questo è un Paese consegnato da vent'anni a Dell'Utri e a Berlusconi e ai loro luridi alleati della sinistra. Un Paese che ha eletto come speranza un volgare mentitore assurto a leader da povero buffone di provincia". "Infame provocazione" - Una rivisitazione che ha immediatamente scatenato il disappunto della comunità ebraica. Anche perché, a corredo del post, Grillo ha aggiunto una fotomontaggio dell'ingresso al campo di Auschwitz: un'immagine ritoccata dove, al posto della tristemente nota scritta Arbeit Macht Frei ('il lavoro rende liberi'), si leggeva P2 Macht Frei (in riferimento all'omonima loggia massonica che, secondo Grillo, manovrerebbe le decisioni del Parlamento italiano). Durissimo il commento di Renzo Gattegna, presidente dell'UCEI (Unione delle comunità ebraiche italiane): "Con l'ultima infame provocazione Beppe Grillo vuole per solleticare i più bassi sentimenti antisemiti e cavalcare il malcontento popolare". E ancora: "E' un'oscenità sulla quale non è possibile tacere. Si tratta infatti di una profanazione criminale del valore della memoria e del ricordo di milioni di vittime innocenti che offende l'Italia intera".