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Pippo Civati a Matteo Renzi: "Dopo il 25 maggio il premier potrebbe andare al voto"

Ignazio Stagno
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Non sono giorni facili per il premier Matteo Renzi e il suo governo. L'esecutivo comincia a tremare. Sul tavolo ci sono le riforme concordate con Forza Italia su Italicum, Senato e Titolo V della Costituzione. Inoltre il premier deve dare il via al decreto per il bonus in busta paga di 80 euro col taglio dell'Irpef. Ieri però è arrivato un campanello d'allarme per la tenuta della maggioranza. Il Def è stato approvato al Senato grazie al voto di 5 senatori di Sel. Una stampella momentanea che però la dice lunga sulla stabilità della maggioranza a palazzo Madama. E così i gufi, che tanto teme Matteo, cominciano ad avvisarlo: "Occhio che qui casca tutto". L'avvertimento - A metter in guardia il premier è Pippo Civati che in un'intervista a Dagospia parla chiaramente dell'ipotesi di un voto anticipato: "Quello che è accaduto ieri è il segno di un grande pericolo. Avere bisogno dei voti dell'opposizione su provvedimenti economici è un fatto grave. Se io stessi all'opposizione chiederei immediatamente al governo di venire a riferire in Parlamento. Sull'economia non si possono avere maggioranze variabili. Ed è anche per questo che sono da sempre contrario all'idea di un governo Renzi che punti ad arrivare al 2018. Per dirlo con una qualche certezza basta aspettare l'esito delle europee. C'è il rischio che Berlusconi, se non fa un risultato decente, si sfili e faccia saltare il tavolo. Se i numeri sono quelli dei sondaggi...". Insomma secondo il dem l'orizzonte del governo Renzi sarebbe brevissimo. Al voto dopo il 25 maggio - E così spiega lo scenario dopo il 25 maggio: "Le europee del 25 maggio sono una specie di primarie occulte tra Lega, Forza Italia, Udc e Ncd per stabilire chi prenderà la leadership del centrodestra al posto di Berlusconi in vista delle prossime politiche. Questo aumenta le fibrillazioni di Renzi. Che magari, se vede lo spiraglio giusto, può anche pensare di fare lui la prima mossa e andare a vincere le elezioni". A questo punto Civati torna sul voto sul Def e avverte ancora Renzi: "Quello che è accaduto ieri è il segno di un grande pericolo. Avere bisogno dei voti dell'opposizione su provvedimenti economici è un fatto grave. Se io stessi all'opposizione chiederei immediatamente al governo di venire a riferire in Parlamento. Sull'economia non si possono avere maggioranze variabili. Ed è anche per questo che sono da sempre contrario all'idea di un governo Renzi che punti ad arrivare al 2018". Il pericolo - Infine Civati cala il de profundis per Renzi: "Dico solo che con tutti gli impegni che si è preso Matteo di fronte agli italiani, e con una maggioranza così pericolante, il rischio di creare una bolla politica fatta di troppe aspettative non possiamo certo ignorarlo". Insomma tira una brutta aria. E Matteo lo sa. 

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