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Senato, Bersani ora è nei guaiNelle regioni chiave Pdl avantie Pier si sente premier senza voti

Ignazio Stagno
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Pier Luigi Bersani è riuscito in un'impresa tipica del centrosinistra: vincente all'alba della campagna elettroale, perdente con scricchiolio inquietante a un mese dal voto. Dopo la presentazione delle liste e degli apparentamenti sono chiare alleanze e le startegie per la partita a Risiko che si gioca al Senato. Un dato è chiaro, nelle regioni chiave per avere una maggioranza a palazzo Madama Pier rischia una sonora sconfitta che lo inguaia.  In un'intervista a La Repubblica Bersani ha bacchettato Casini: "La teoria di Pierferdinanado che comanda chi prende meno voti la considero insostenibile oltreche inaccettabile". E su questo punto Bersani ha ragione da vendere, se non fosse che anche lui con una partita maledettamente in bilico, si sente premier senza avere i voti. Ormai il vantaggio sta scendendo di giorno in giorno e un presidente del Consiglio senza maggioranza ala Senato non può governare. Con il porcellum il premio di maggioranza viene assegnato su base regionale. In pratica basta perdere di poco per vedere gongolare l'avversario che si porta a casa un vagone di seggi. Perdente ovunque -  In Lombardia, come ga già ricordato ieri un sondaggio di Renato Mannheimer il Pd è sotto. E di brutto. Oggi secondo una rilevazione Ipso all'ombra del duomo il centrodestra è al 35,7 e il centrosinistra al 32,3. Dunque lì Berlusconi si porta a acsa la partita. 27 seggi contro 12. Anche in Veneto le cose non vanno bene. Sulla laguna il centrodestra viene dato al 30 per cento e il premio dà 14 seggi a Silvio. Ma non è solo la Lombardia a togliere il sonno a Bersani. Scendendo più a sud c'è la Campania dove Ingroia fa il guastafeste e alimenta la voluptas dolendi del centrosinistra. Lì Bersani deve vincere ma rischia grosso. L'ex pm sta praticamente annullando il vantaggio del centrosinistra e Silvio si prepara a prendere i seggi che gli permetterebbero un clamoroso pareggio.  Sicilia decisiva - La vera novità però è quella siciliana. Tra Palermo e Catania la partita si è ribaltata. Basti ricordare che il Pd solo 3 mesi fa ha vinto la sfida alale regionali con Rosario Crocetta approfittando di un centrodestra spaccato tra Musumeci e Miccichè. Ora che tutto è più chiaro dopo la presentazione delle liste, il Pdl e i suoi alleati vengono dati al 27 per cento e il centrosinistra solo al 22. In pratica con questi numeri Berlusconi si porta a casa Lombardia, Sicilia, Campania e Veneto. Bottino pieno. Bersani deve vincere almeno in due di queste per portarsi una maggioranza risicata al Senato. Al centrosinistra basta perdere in Lombardia e Campania per avere 153 seggi contro una maggioranza minima di 158. Se dovesse finire così sarebbe la più cocente sconfitta della sinistra degli ultimi vent'anni. E Silvio lo sa.

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