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Il retroscena su Renzi e il ministro Orlando

Lucia Esposito
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La prima riunione è stata ieri mattina alla presidenza del Consiglio. Al termine il ministro della Giustizia è sgaiattolato dal retro di Palazzo Chigi seminando i cronisti desiderosi di particolari sulla riforma della giustizia, riparandosi a Montecitorio. All'ora di pranzo però ne è uscito, trovandosi di fronte il cronista di Libero. Orlando spiega subito che un testo di riforma non ci sarà: «Approviamo le linee guida e poi fra un mese dopo tutta la discussione i testi». Scelta voluta dallo stesso presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e su cui le opinioni non erano propriamente convergenti. «Fosse stato per me», ha spiegato Orlando, «almeno qualche testo lo avrei varato subito oggi». Ma almeno il testo delle linee guida sarà disponibile? «Quando l'avranno approvato i pm», dice di istinto Orlando, che poi sorride correggendosi: «Che lapsus freudiano! Quando l'avranno approvato i ministri questa sera in consiglio...». E se lo stesso Orlando chiama «lapsus freudiano» quella approvazione dei «pm», abbiamo capito benissimo quale riforma della giustizia ci attende. La stessa di sempre...

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