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Renzi vuol fare le riforme con 148 abusivi

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Ignazio Stagno
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Per il centrodestra è una questione di «legalità» e l'alternativa nientemeno che «il collasso democratico». L'allarme lanciato da Renato Brunetta e dal “suo” Mattinale si riferisce al rischio che Matteo Renzi approvi modifiche costituzionali a maggioranza e lo faccia col voto decisivo dei 148 deputati «abusivi». Quest'ultima definizione non è made in Forza Italia, ma deriva dalla sentenza della Corte costituzionale del 4 dicembre 2013. Gli ermellini avevano dichiarato «incostituzionale» il premio di maggioranza che consentì a Pd, Sel e Centro democratico di eleggere quasi centocinquanta onorevoli in più nonostante il misero 0,37% di vantaggio. «Prevale la continuità delle istituzioni, certo, ma a che prezzo?», scrive il foglio del gruppo Fi. Gli azzurri mettono le mani avanti: qualora gli «abusivi» dovessero essere decisivi considererebbero il gesto «una negazione del giudicato della Consulta» e, di conseguenza, potrebbero fare ricorso. Che farà ora il premier? A vedere la lista degli «abusivi» viene il sospetto che della sentenza se ne infischi: ha voluto al suo fianco molti di loro. Sono «illegittimi» il ministro Maria Elena Boschi, i sottosegretari Ivan Scalfarotto e Sandro Gozi, il guru economico Yoram Gutgeld... di Paolo Emilio Russo

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