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Matteo Renzi all'assemblea Pd massacra Massimo D'Alema: "Hai buttato via vent'anni"

Andrea Tempestini
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E' il giorno dell'attesa assemblea del Pd all'hotel parco dei principi di Roma. Parla Matteo Renzi, all'indomani delle rinnovate (e potenziate) voci di scissione, ventilata da Pippo Civati, Massimo D'Alema e dalla minoranza democratica che si oppone al premier. Nel suo intervento, Renzi, rivendica i suoi successi. Subito la risposta ai dissidenti: "Il Pd non è un partito che va avanti a colpi di maggioranza ma sia chiaro che non starà fermo per i diktat della minoranza. Abbiamo il dovere di corrispondere all'impegno preso con gli italiani e non staremo fermi nella palude per guardare il nostro ombelico". Baffino tagliato - Quindi una stoccata a D'Alema, che non era presenta in sala perché, come ha spiegato in un'intervista al Fatto Quotidiano, "non mi faccio ricattare". Renzi afferma: "Noto un certo richiamo all'Ulivo molto suggestivo e nostalgico, ricordo cosa diceva l'Ulivo sul bicameralismo, quello che non ricordo è come si possa aver perso 20 anni di tempo senza aver realizzato le promesse delle campagne elettorali". Chiaro il riferimento del premier alla Bicamerale che D'Alema tentò con Silvio Berlusconi. E ancora, sul futuro del partito, il premier e segretario spiega: "Il Pd non è il partito della nazione perché immagina chissà quali strane mutazioni genetiche, ma perché avere quei colori vuol dire che il Pd non si accontenta di vedere i sogni dell'Italia stuprati da anni di mal governo". Tra gli assenti all'assemblea anche Pier Luigi Bersani: nessun significato politico, ma è stato bloccato da un maldischiena. Latitante anche Rosy Bindi, mentre erano presenti Gianni Cuperlo, Francesco Boccia, Fassina e D'Attore, esponenti di spicco della minoranza dem. Renzi umilia D'Alema: "Baffino" lascerà il Pd? Vota il sondaggio di Liberoquotidiano.it Grillo ko - Renzi, successivamente, rivendica ancora una volta il merito di aver frenato il Movimento 5 Stelle: "Grazie al Pd è sparito dallo scenario politico colui che dettava l'agenda un anno fa, Beppe Grillo. Grazie al nostro risultato abbiamo restituito il suo talento alla comicità: andrà in tour, in bocca al lupo". Quindi, sul movimento dei Forconi, aggiunge: "Oggi potrebbero andare solo a Chi l'ha visto". Austerity e toghe - Nel mirino del premier poi ci finiscono le politiche d'austerity imposte dall'Europa: "Qualcuno dimentica che senza flessibilità le Germanie sarebbero ancora due e Berlino non sarebbe la bella città che è ora". Sulle politiche europee, Renzi ricorda che il patto "è di stabilità ma anche di crescita". Un attacco, inoltre, anche alle toghe: "Chiedo ai magistrati di arrivare velocemente ai processi e alle sentenze" su Mafia Capitale. "Quando leggo numerose interviste di magistrati che commentano le leggi che stiamo facendo, vorrei ringraziarli, ma credo che debbano parlare un po' di più con le sentenze e non con le interviste". Inchieste e Colle - Nel lungo intervento di Renzi c'è spazio anche per la strettissima attualità. Si parte dall'inchiesta Mafia Capitale: "Chi è disonesto non può camminare con il Pd, dobbiamo essere molto duri anche al nostro interno. Chi sbaglia paga anche nel Pd. Non tutti gli onesti votano Pd ma chi sta nel Pd deve avere onestà come punto fondamentale". Infine una battuta sul Quirinale: "Non sono minimamente preoccupato per questo Parlamento: è tranquillamente nelle condizioni di eleggere il successore di Napolitano quando sarà il momento. Il fatto che nel 2013 sia fallito il colpo, non significa che oggi non sia stata imparata quella lezione".

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