Il sole 24 Ore contro Renzi:
"Le due parti in commedia del governo Renzi e il partito che non c'è", con questo titolo comincia la collaborazione dell'economista Luca Ricolfi con il Sole 24 Ore. Un editoriale forte, sferzante contro il presidente del consiglio Matteo Renzi. L'editoriale si apre con una domanda: "Ma Renzi è di destra o di sinistra?". La risposta è molto articolata ma in sintesi è questa: Renzi è sia di destra che di sinistra. "La vera forza del governo Renzi sta nel fare cose tradizionalmente considerate di sinistra, sia cose tradizionalmente considerate di destra. In un certo senso l'esatto contrario del governo Prodi del 2006-2008 che con la sua modesta riduzione del cuneo fiscale, suddivisa tra lavoratori e imprese, finì per fare qualcosa che non appariva né di destra né di sinistra". Il punto è - sottolinea Ricolfi - ci sono dieci milioni di persone che aspirano a un lavoro e che non sono rappresentate. Se Renzi decidesse di includere nelle sue scelte anche quello che Ricolfi chiama "terzo stato" significherebbe puntare tutte le carte sulla creazione di posti di lavoro aggiuntivi. "precisamente il contrario di quanto, nel comprensibile desiderio di attirare voti, il governo Renzi ha fatto finora e intende fare nei prossimi anni". Il terzo Stato - Per Ricolfi il fatto che gli interessi del Terzo Stato non siano nell'interesse di questo governo lo dimostrano decisioni cruciali "di allocazione delle risorse effettuate nel corso del 2014, ossia gli 80 euro in busta paga e la decontribuzione per i neo-assunti. I dieci miliardi in busta paga sono, per loro natura, una misura a favore di chi un lavoro già ce l'ha, mentre un loro impiego per investimenti pubblici o per abbattere l'Irap avrebbero potuto dare una mano a chi un lavoro non ce l'ha. Quanto ai cinque miliardi di decontribuzione per i neo-assunti., possono apparire un provvedimento per generare nuova occupazione, ma lo saranno solo in misura minima perché, in assenza di vincoli di addizionalità finiranno per essere usati soprattutto per sostituire chi va in pensione o si dimette per maternità, senza creazione di posti aggiuntivi". Da qui la conclusione di Ricolfi: "Finché la terza società, la società degli esclusi resterò sostanzialmente priva di rappresentanza, Renzi e il Pd potranno dormire sonni tranquilli perché la loro capacità di recitare due parti in commedia, quella della sinistra e quella della destra, permetterà loro di rappresentare sia la prima sia, entro certi limiti, la seconda società. Se invece un la situazione cambiasse e un partito vecchio o nuovo provasse a intercettare umori e interessi della terza società il gioco si farebbe meno facile. Perché allora la domanda non sarebbe più se quello che Renzi fa è di destra o di sinistra, ma diventerebbe improvvisamente un'altra: può esistere una sinistra che lascia ad altri il compito di difendere gli esclusi"