Pier Luigi Bersani, il ricatto a Matteo Renzi: "Sostituire il patto del Nazareno con il metodo Mattarella"
Sostituire il patto del Nazareno con il metodo Mattarella: è questo il disegno della minoranza Pd all'indomani dell'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Forte della crisi di Ncd e di Forza Italia, Pier Luigi Bersani fa la sua mossa con un diktat a Matteo Renzi che riguarda la modifica dell'Italicum eliminando quasi tutti i capilista bloccati; la correzione del Jobs act in particolare sui licenziamenti disciplinari; la revisione del decreto fiscale mettendo il tetto della non punibilità per le somme evase anche al 3 per cento ma indicando una cifra massima. "Noi non chiediamo né verifiche né rimpasti", ha puntualizzato l'ex segretario con il premier secondo il retroscena di Repubblica con l'obiettivo di un riconoscimento formale di un dato di fatto: i democratici adesso possono governare quasi da soli e spostare gli equilibri anche sui provvedimenti già in cantiere. Jobs Act - Da parte sua Renzi mette le mani avanti. "Sul Jobs Act il Parlamento ormai non c'entra più", avverte il presidente del Consiglio. "I decreti delegati li fa l'esecutivo". "Non si capisce perché dobbiamo seguire la linea Sacconi quando Sacconi si è persino dimesso da capogruppo dell'Ncd", ribatte un bersaniano. Legge elettorale - Quanto alla legge elettorale invece si aspetta toni più concilianti da Forza Italia per proseguire insieme, ma la prova del nove ci sarà la settimana prossima al momento del voto a Montecitorio degli articoli 13 e 38 della nuova Costituzione. Salva-Silvio - Sulla "salva-Silvio" del decreto fiscale, la minoranza è anche sicura che sarà modificata. "Bisogna mettere un tetto alla non punibilità. Non basta solo la percentuale", dice il bersaniano Alfredo D' Attorre a Repubblica. "In Francia è di 153 euro. Magari non così basso, ma il massimale è necessario". L'appuntamento è il 20 febbraio, giorno del consiglio dei ministri che varerà la versione definitiva del decreto sul fisco.