Legge elettorale, Bossi: "E' un déjà-vu. Renzi fa il Duce, e l'Italicum peggio della legge Acerbo"
Matteo Renzi come Benito Mussolini. L'Italicum come la legge Acerbo, la legge elettorale adottata nelle elezioni politiche italiane del 1924, voluta dal duce per assicurare al Partito Nazionale Fascista una solida maggioranza parlamentare. I paragoni li ha fatti oggi Umberto Bossi, presidente della Lega Nord, intervenendo sul dibattito della riforma elettorale. "Qualcuno ha dichiarato che, con questa legge elettorale, il premier Renzi entra in una terra incognita. In realtà, siamo a un dèjà vu". "Questa legge", ha puntualizzato Bossi, nella sostanza, assomiglia alla legge Acerbo con cui Mussolini prese il potere. Quella legge definita da Mussolini stesso 'fascistissima'. La differenza a favore di quest'ultima", ha concluso il Senatur, "è che per vincere bisognava raggiungere almeno il 25% dei voti espressi". Brunetta raddoppia - "Renzi è un dittatorello di provincia", ha tuonato pure Renato Brunetta spiegando che "lo strappo lo ha fatto Renzi, deportando dieci suoi parlamentari in commissione Affari Costituzionali. Non si era mai vista una deportazione di questo tipo, tendente evidentemente a condizionare l'azione politica di una parte consistente del suo stesso gruppo parlamentare". A Radio Popolare il capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati ha spiegato che "di fronte a questa deportazione noi abbiamo reagito, assieme a tutte le altre opposizioni, uscendo dalla commissione Affari costituzionali e denunciando così lo strappo costituzionale realizzato da Renzi. In Aula", ha aggiunto, "noi ripresenteremo ovviamente tutti i nostri emendamenti, chiederemo su di essi il voto segreto, poi chiederemo il voto segreto sul voto finale. Se Renzi metterà la fiducia peggio per lui, ci saranno delle reazioni, di regolamento e non di regolamento, all'altezza della violenza che il premier sta realizzando sull'intero Parlamento". "Ha rotto il patto del Nazareno, dopo avere utilizzato i voti di Forza Italia per realizzare il suo egemonismo. Ha rotto il patto del Nazareno con l'elezione unilaterale del presidente della Repubblica. Adesso è spudorato non solo a violentare il suo partito, ma a ricostruire la storia come meglio gli aggrada. Non andrà a finire bene", presagisce Brunetta ricordando che gli azzurri hanno già scritto al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Spero che il Capo dello Stato", ha concluso il capogruppo forzista, "segua con grande attenzione quello che sta avvenendo nelle aule parlamentari. Spero che il presidente della Repubblica segua con grande attenzione quello che sta avvenendo non solo alla Camera ma anche al Senato, non solo sulla legge elettorale ma anche sulla riforma costituzionale".