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Immigrati, antagonisti e la Boldrini hanno rubato il 25 Aprile alla sinistra

Matteo Legnani
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Sono passati settant'anni da quel 25 aprile 1945. Di partigiani in carne ed ossa ne sono rimasti ben pochi. I tedeschi, oggi, sono quelli di Angela Merkel con l'economia che va a gonfie vele. Certo, oggi come allora, seppur in modo per fortuna estremamente diverso, sono i padroni d'Europa. Quelli che ne hanno in pugno il destino. Ma sono quelli "giusti", quelli "virtuosi". Mentre "cattivi" siamo un po' noi e soprattutto i greci, i portoghesi, i ciprioti e via dicendo. E i fascisti? Pochi, pochissimi pure quelli. Confinati nelle riserve di Casa Pound e di Forza Nuova. La destra ex missina praticamente non esiste più, in attesa di capire cosa sarà delle rade truppe della Meloni. Oggi quello più a destra è forse Matteo Salvini. Ma è lui il primo a dire che "comunisti" e "fascisti" non esistono più, che sono categorie che oggi non hanno senso. E' che il tempo passa. Prima o poi succederà che il 25 aprile diverrà un giorno come gli altri (noi mica festeggiamo oggi le ricorrenze degli antichi romani). Ma è prevedibile che, almeno per un po', nella giornata che ricorda la Liberazione, si continuerà a sfilare in strada. Solo che, appunto, il tempo passa. E allora (mica fra cento anni, ma oggi) accade che la brigata ebraica venga fischiata e insultata e che ai suoi superstiti membri si urli addirittura che sono "fascisti". Accade che nel corteo sventolino copiose le bandiere della Palestina, che ai tempi del 25 aprile manco esisteva nel senso che era un protettorato britannico. E cosa c'entrano i palestinesi con la lotta ai nazifascisti? Certo, la bandiera con la falce e martello che andava tanto per la maggiore nel corteo della Liberazione fino agli anni '80, non va più tanto dopo che si sono scoperti gli orrori del comunismo. E qualcosa, forse, bisogna pur sventolare. Accade poi anche, e infine, che la presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini, nel giorno della Liberazione, accomuni i partigiani che ci liberarorono dal nazifascismo ai profughi che ogni giorno sbarcano sulle nostre coste in fuga dall'Africa. Errore marchiano visto che i partigiani vinsero proprio perchè non scapparono, ma anzi rimasero a combattere a rischio della loro vita (che molti persero). Insomma. Il 25 aprile cade tutti gli anni e ancora oggi si sfila per ricordare quello del 1945 come si è fatto ogni anno negli ultimi 70 anni. Ma il 25 aprile non è più il 25 aprile. La sinistra se l'è fatto soffiare sotto il naso da antagonisti e terzomondisti. E forse non potrebbe essere altrimenti.

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