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Silvio Berlusconi prende tempo sull'alleanza con Matteo Salvini: 40 parlamentari pronti a lasciarlo se sceglie il leghista

Giovanni Ruggiero
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La Lega di Matteo Salvini ha incassato un risultato talmente largo alle ultime Regionali, e così in vantaggio rispetto a Forza Italia, da ribaltare definitivamente le posizioni di forza all'interno del centrodestra. Difficile ancora parlare di una coalizione, ma le prove di dialogo hanno premiato per esempio in Liguria e Veneto, con i leghisti però sempre attori principali della vittoria. È così che Salvini può permettersi di dettare l'agenda e minacciare i potenziali alleati, a cominciare da Forza Italia: "Alle Politiche vado da solo - ha detto alla Zanzara su Radio24 - perché su temi importanti come l'Europa, Forza Italia è con Renzi". Il leader - L'avanzata di Salvini impone sul tavolo il tema delle primarie per la scelta del prossimo candidato alla presidenza del consiglio per il centrodestra. La tanto sbandierata leadership, finora trattenuta a denti stretti da Berlusconi che non molla: "Se prima Salvini non accetta di aderire al rassemblement dei moderati - ha detto l'ex premier ai suoi da Arcore - non si discute di primarie Nè di leadership". Il Cav si sente ringalluzzito per la vittoria ligure e lancia anche la sfida: "È così convinto di vincerle? - riporta Repubblica - Se si incaponisse, allora potrei candidarmi io e vedremmo chi la spunta". La frana - Da settimane Berlusconi preannunciava grandi novità per il postvoto. Giugno potrebbe essere il mese del rilancio di Forza Italia, ma a furia di tirare la corda con i dissidenti interni, il rischio che venga travolto da una frana è alto. Con i fittiani ormai lanciati per la costituzione dei gruppi a Camera e Senato di Riformisti e conservatori, rimangono in attesa di capire che farà il Cav ancora i fedelissimi di DeniS Verdini. La spia d'allarme arriva dalle parole dell'ex coordinatore azzurro della Toscana, Massimo Parisi: "Se tu scegli prima di allearti sulle riforme e poi una posizione più estrema, ti devi porre il problema che quella posizione è occupata da Salvini". Il fantasma del Patto del Nazareno aleggia ancora tra i forzisti e la riforma al Senato potrebbe essere il momento del liberi tutti: "Solo Renzi è credibile - ha detto Repetti - liberali e riformatori devono sostenerlo". Un'emorragia da circa 40 parlamentari per Berlusconi.

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