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Dopo le regionali Salvini, Meloni e Berlusconi uniti sono al 32,2%. Batterebbero Renzi, fermo al 29,6%

Leonardo Grilli
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Dividi et impera dicevano i latini. Che, al contrario, vuol dire uniti si vince. Ed è esattamente quello che è successo al centrodestra nelle ultime elezioni regionali. Il laboratorio della Liguria ha dimostrato che se Lega, Forza Italia e Fratelli d'Italia fanno fronte comune riescono ad essere ancora pericolisi. Di più, riescono a battere un Pd che, al contrario, continua a dividersi tanto a livello locale quanto nei palazzi romani. Matteo Renzi ha di fatto perso la sua patina di invincibilità: anche lui sanguina come tutti, e quindi può essere sconfitto. L'analisi – Dopo le regionali adesso l'attenzione si sta focalizzando sul futuro, e quindi sulle future elezioni. Quelle politiche del 2018, o prima se Renzi mollerà a causa degli sgambetti della minoranza interna e della pressione di un'opposizione nuovamente rinvigorita. Un'analisi di Roberto D'Alimonte sul Sole 24 Ore mostra come, se si applicano i dati delle regionali su base nazionale, con il nuovo sistema elettorale il Pd potrebbe seriamente rischiare di perdere. Se Salvini, Meloni e Berlusconi riuscissere davvero ad allearsi, magari realizzando quel partito unico tanto chiaccherato e discusso in queste ultime settimane, raggiungerebbero il 32,2%. Mentre il Partito democratico resterebbe al 29,6% e il Movimento 5 Stelle al 16%. La possibilità di finire al ballottaggio contro Renzi è quindi davvero concreta, e a quel punto ogni strada sarebbe possibile. Trema il premier, trema il Nazareno e si sgretola quel 40% delle europee che non esiste più. Ora resta solo da vedere se i tre partiti riusciranno a superare le loro differenze in nome di una vittoria comune. E soprattuto se Meloni e Berlusconi riusciranno a digerire un Salvini leader, unico vero vincitore di queste elezioni.

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