Romano Prodi: "Ci vuole tempo per la riforma della Costituzione. Twitter? Impedisce le analisi sulle tasse"
Romani Prodi è a Pescia Fiorentina per ritirare il premio internazionale Capalbio-Piazza Magenta per il libro "Missione incompiuta". Missione incompiuta che non si riferisce al risultato dei suoi due governi, che Prodi difende a spada tratta: "Il debito pubblico si è formato prima degli anni '90 e tutti e due i miei governi l'hanno abbattuto. Le disfunzioni quindi sono cominciate prima". Costituzione - In un'intervista a Repubblica l'ex presidente del Consiglio tocca diversi temi di attualità politica, dalla riforma costituzionale su cui Matteo Renzi sta fortemente premendo l'acceleratore, al leitmotiv del taglio delle tasse che ogni compagine politica promette e promette e raramente mantiene. A proposito delle tanto desiderate modifiche alla carta costituzionale, Romano Prodi afferma: "Mi pare che non sia il momento delle riflessioni serene, da rivedere e da ripensare c'è tanto. Ma oggi ci si muove per contrapposizioni e così non riusciremo a fare una riforma seria. Occorre vedere cosa fare e cosa no. La prima parte della Costituzione ha validità totale, la seconda non ha funzionato bene. Però non mettiamoci mano in modo sguaiato e scoordinato, perché non si arriverebbe a capo di nulla. Ritengo che per questa modifica ci vorrebbe del tempo". Prodi suggerisce dunque più calma, più riflessione e più assennatezza per una delle questioni nevralgiche di questo governo. Tasse - Romano Prodi critica anche la brutta abitudine della politica italiana di annunciare come strilloni l'imminente abbattimento delle tasse. La logica forte di questo meccanismo è che chi riesce a promettere di più, o meglio tutto a tutti, è colui che vince. Ma è l'irrazionalità a dominare, non una sana politica: "Ecco che si promettono meno tasse, meno tasse e si favorisce l'irrazionalità... a furia di promettere tutto a tutti chi promette di più, vince. E comunque sulle tasse un tempo si facevano analisi politiche serie per valutare tra l'altro dove destinare le imposte, se sulla sanità o sul welfare" afferma Prodi, che poi individua uno dei grandi nemici della corretta gestione del taglio tasse: Twitter. E la stoccata è evidente, sferzata con malcelata nonchalance al premier Matteo Renzi, che dei 160 caratteri vestiti d'azzurro ha fatto uno dei suoi canali prediletti per comunicare con i suoi elettori. È su Twitter che Renzi ha comunicato il taglio di Imu e Tasi. E Romano Prodi sentenzia: "Se c'è chi ti impedisce l'analisi è Twitter". Il social come ostacolo insormontabile a un'approfondita analisi sulla corretta destinazione per gli introiti delle tasse. Il nemico che non ti aspetti.