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Pd, anche i ministri Delrio e Orlano contro Denis Verdini

Giulio Bucchi
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L'ingombrante Denis Verdini è un problema anche per il governo e non più per la sinistra del Pd. Contro gli aiuti alla maggioranza e possibili, clamorose intese alle prossime elezioni con gli uomini dell'ex forzista si sono schierati apertamente anche due ministri non di poco conto della squadra di Matteo Renzi. Uno è il dalemiano Andrea Orlando, titolare della Giustizia, l'altro addirittura Graziano Delrio, quasi l'ombra del premier. "Se qualcuno ha in testa il Partito della Nazione, ne voglio prima discutere. E se è un progetto concreto, se è una marmellata di trasformismi, io ne resterei fuori. Torno ai miei studi, come diceva Amato", è il pensiero del ministro delle Infrastrutture, secondo quanto riporta Repubblica. "Non ho pregiudizi né contro Alfano né contro Verdini. Sono contrario ai buttafuori, non servono a niente a patto che il Pd si dia un'identità di centrosinistra chiara, un profilo riconoscibile come fece l'Ulivo", spiega a sua volta Orlando. Parole che faranno piacere a Pierluigi Bersani, che da settimane, anzi mesi continua a tuonare contro le alleanze spregiudicate di Renzi. "L'appoggio sulle riforme è più che legittimo, anzi è importante - chiarisce Delrio nei colloqui privati -. Ma sul governo un confronto politico lo abbiamo con Ncd. Di là, con gli ex Forza Italia, di cosa stiamo parlando? Hanno idee, progetti, quali sono, come vogliono contribuire alla coalizione? Scambi non ne facciamo, sia chiaro. E di questo dovremmo discutere pubblicamente, non nelle cene ai ristoranti". Sugli "imbucati" Orlando va nel dettaglio: "A Roma puoi controllare il fenomeno, ma sui territori il rischio è imbarcare di tutto". 

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