Mara Carfagna: "Sono pronta a candidarmi. E vi svelo tutti i segreti dei miei 40 anni"
Le piace il ministro Boschi, la bella del governo Renzi che piace a tutti? «Non mi piace la riforma che ha fatto: un Senato inutile e sbilanciato politicamente. Però devo ammettere che l'ha fatta molto bene, con competenza e impegno». Il premier ha portato tante donne al governo… «Questo non significa che sostenga davvero le donne e pensi ai loro bisogni…». Come, da ex ministro delle Pari Opportunità dovrebbe esserne contenta… «Renzi sa sfruttare la forza mediatica delle donne, e appena c'è una poltrona libera si affretta a dichiarare «mettiamoci una donna». Con quale autonomia, è tutto da verificare. Ma la questione femminile non è un fatto di equa distribuzione di nomine, non mi piace come la affronta. Le Pari Opportunità nel governo Renzi non ci sono, c'è solo una consulente del premier in materia». Colleziona figurine? «Mi piacerebbe fosse più attento a temi che magari hanno meno ritorno ma sono più importanti. Violenza, stalking, famiglia: di tutto questo le ministre pd non si occupano. Dimenticano gli sforzi delle donne per conciliare lavoro, vita e famiglia e scordano perfino le violenze che molte subiscono dai compagni. Eppure ci sono donne che vengono uccise ogni settimana. Sembra che per loro esistano solo le donne che ambiscono a diventare ministro o a far carriera». Lei ne ha fatta tanta, ministro a 32 anni, parlamentare a 30. Tutto merito di Berlusconi? «Berlusconi quando rimane colpito da una persona, uomo o donna che sia, sa lanciarla e crederci fino in fondo. E, a differenza di Renzi, sa darle autonomia. È capitato a me e anche ad altri». Come le è venuto in mente di cambiare lavoro dall'oggi al domani, era già un volto noto della tv… «Non so spiegare, è qualcosa di irrazionale che ti parte da dentro, la passione politica è come l'amore, non sai giustificarlo. È nato tutto a Napoli, alla prima riunione delle donne azzurre, la motivazione principale è il desiderio di far qualcosa per gli altri». Rimpianti? È diplomata in danza, hai fatto il Conservatorio, ballato a New York, è laureata con lode in legge? «Non mi sono risparmiata nulla, per questo non ho rimpianti. Comunque penso che se non avessi fatto politica avrei tentato la carriera universitaria o quella dell'avvocatura». È una secchiona? «Direi inquadrata, razionale, con molto senso del dovere. Anche da bambina. Io mi ci trovo benone ma ho il sospetto che possa risultare un po' pesante per gli altri. Forse sono un po' troppo rigida, anche con chi lavora con me. Nel privato allento le briglie. Mai del tutto però». Che peccato... Anche il look sempre castigato, potrebbe osare di più, alcune tue colleghe lo fanno, perché lei no? Un tacco leopardato, un tubino rosso… «Non mi sentirei a mio agio se lo facessi e non mi piace vedere quel che ogni tanto vedo in Parlamento. Bisogna avere la consapevolezza di ciò che si sta facendo e del luogo dove ci si trova». È più bella o più intelligente? «Lascio ai posteri l'ardua sentenza...» Per i tedeschi era «il ministro più bello del mondo». Che effetto ti fa compiere 40 anni. Si definirebbe «una splendida quarantenne»? «Non spetta a me dirlo. Posso dire però che non sono mai stata più serena in vita mia. Mi sento nel pieno della mia maturità». E allora perché non si candida sindaco? In Campania ha fatto il record di tutti i tempi di preferenze personali? «Sono pronta a candidarmi, se me lo chiederanno, ma a condizione che sia una candidatura unificante, il centrodestra vince se si aggrega inntorno a un nome». Sento odore di novità. Berlusconi le chiederà di impegnarti in tv ora che vuole rilanciare Forza Italia? «Se lo farà, mi troverà disponile.Ultimamente non sto andando in tv perché credo che la politica non sia cercare visibilità, come fanno tanti colleghi. E poi, non sono tante le trasmissioni che mi piacciono…». Allora Renzi fa bene a impungare la ramazza? «Sempre che la usi per liberaci da format urlati e pieni di ideologie sorpassate e non per motivi meno nobili». Lei è stata spesso aggredita in tv da conduttori anti-berlusconiani… «L'avevo messo in conto, essendo stata quasi catapultata al governo. Vedo che le catapultate da Renzi oggi vengono per lo più osannate». Quando da sinistra vogliono attaccare il premier dicono che è come Berlusconi. Concorda? «Per niente. Renzi è più cinico, più spregiudicato, più attento alle convenienze, più accentratore. In comune hanno solo la grande capacità comunicativa, anche se Silvio ci aggiunge una simpatia e una carica umana che a questo premier fa difetto». Non le piace proprio... «Sbaglio? Lo trovo di una superficialità totalmente in contrasto con il ruolo che ha. Va in tv a dire che con la pensione anticipata si perdono solo 30 euro, o che lo Stato pagherà entro 60 giorni i suoi debiti pur sapendo che non è vero. Così si illudono le persone, si fanno danni. E pensare che è lì senza essere stato eletto. Gli italiani dovrebbero andare in piazza a ricordarglielo anziché bersi le sue promesse impossibili». A proposito di missioni impossibili, che ne sarà del centrodestra? Si salverà? «Questa è cattiva. Continueremo a discutere, poi ci uniremo tutti e vinceremo le prossime elezioni». Nell'anno? «Credo nel 2018, il premier sta troppo bene a Palazzo Chigi, non strapperà il biglietto vincente della lotteria che ha in mano senza neppure esserselo comprato». Chi lo aiuta di più? L'abilità personale, l'inconcludenza della sinistra Pd, la compattezza del Giglio Magico o i berlusconiani? «Un bel mix di tutto questo. Non so che ne sarà di chi ha lasciato Forza Italia, ma neppure mi importa più di tanto. Apparentemente sono tutti alla ricerca di uno spazio politico al centro che pare evidente non esserci, in realtà hanno soltanto trovato uno spazio a tempo di soprevvivenza personale». Magari confluiranno nel Partito della Nazione? «Non credo che il Pd si spaccherà a sinistra e francamente le stampelle al centro di Renzi mi sembrano impresentabili per un elettorato di sinistra. Perché Renzi è di sinistra, anche se scimmiotta Berlusconi per sedurre i moderati. La mancata spending review e la finanziaria a debito ne sono la prova». Davvero pensa che Berlusconi e Salvini troveranno la quadra? «Mi sembra inevitabile. Salvini ha portato alla Lega un consenso mai visto, ma cosa se ne fa se non governa? Non credo che chi vota Lega si accontenti di vedere il suo leader infelpato arringare in tv. La protesta non basta». La Meloni ci va d'accordo, Berlusconi no. Questione generazionale, caratteriale, o solo nessuno vuol fare un passo indietro? «La Meloni mi piace molto. È forte, caparbia, vive la politica con tutta se stessa e in questo mi ritrovo. Potrebbe essere un buon sindaco di Roma. Quanto a Salvini, non credo voglia passare alla storia come l'irresponsabile che ha consegnato il Paese a Grillo. Perché molti voti in fuga dal centrodestra non vanno al centro ma a Cinquestelle». A dicembre fa 40 anni: negli altri partiti i 40enni comandano, Silvio ne ha due volte 40... «Non cambierò mai partito alla ricerca di qualcosa di più. Se oggi i 40enni sono al potere il merito è proprio di Berlusconi, che da premier ebbe il coraggio di lanciare ministri 30enni come me, la Meloni, la Gelmini...». Visto che la politica è la passione per cui ha rinunciato a tutto devo dedurre che la farà anche dopo Berlusconi... «Alla faccia, scaramanzia niente lei? Già ho fatto un'intervista sui 40 un mese prima di compierli. Le ricordo che sono di Salerno io...». Non è l'unica napoletana dell'inner circle... «No, non lo sono. Ma io ho da sempre con Berlusconi un rapporto politico diretto. Non ne ho mai abusato né approfittato, lo chiamo solo quando è necessario e per motivi contingenti e questo mi consente di andare d'accordo con tutti». intervista di Pietro Senaldi