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Roma, Giovanni Toti e il pranzo con Giorgia Meloni: si cerca un candidato che piaccia a tutti

Eliana Giusto
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La frenata di Silvio Berlusconi è arrivata per tramite di Licia Ronzulli e Francesco Giro, due dirigenti di Forza Italia che non parlano mai senza avere consultato prima il leader. «Se Giorgia Meloni dovesse decidere di candidarsi sindaco di Roma, Fi la sosterrà perché è segretario di un partito alleato», ha spiegato la prima, in diretta tv, ieri pomeriggio. «Alfio Marchini il nostro candidato? Il Cavaliere non lo ha detto e mi pare che le sue ultime interviste abbiano un sapore divisivo e non carismatico», ha aggiunto il secondo, lo stratega degli azzurri per la Capitale. Rispetto a quello che era sembrato un endorsement al costruttore e candidato sindaco di Roma, l' inquilino di Palazzo Grazioli ha ingranato la marcia indietro. «La priorità è tenere unita la coalizione», ripete a tutti coloro che lo chiamano. Se la tornata delle Amministrative dell'anno prossimo sarà importante, quello che più conta - a sentire il leader di Fi - è «costruire le condizioni per vincere la finale, cioè le Politiche del 2018». Per questa ragione, l' ex premier ha deciso di schiacciare il tasto "reset". La leader di Fdi, che piace anche ad un pezzo di Fi, è stata vista ieri mentre parlava con Giovanni Toti in un bar del centro di Roma. Il governatore della Liguria e consigliere del Cavaliere le avrebbe garantito l' appoggio di Fi, ma, soprattutto, riferito del «pentimento» dell'ex premier rispetto all'ottimismo iniziale sulla candidatura di Marchini. Gli azzurri non chiederanno alla leader di Fdi di candidarsi per non «sguarnire» l'offerta politica del centrodestra a livello nazionale, ma vorrebbero costruire un «percorso» per individuare un candidato "terzo" condiviso da tutti. Il profilo ideale per il Cavaliere resta quello di un non-politico e sono al lavoro come talent scout anche Antonio Tajani e Maurizio Gasparri. La frenata in nome dell'unità ha provocato una riapertura dei tavoli: «Per ricostruire è necessario ripartire dai programmi condivisi, non dai nomi. Su questo c'è la nostra disponibilità al confronto», ha scritto su Facebook l'ex ministro della Gioventù. Che la partita delle candidature sia appena iniziata lo dimostrano anche le difficoltà registrate a Napoli per far convergere tutta i partiti di centrodestra su Gianni Lettieri e l'assenza di un nome forte per Milano, dove il Pd guida i sondaggi. «Sia su Milano che su Roma, io non ho mai detto né sì né no su alcun candidato», frena il segretario della Lega, Matteo Salvini. Lui e il Cavaliere potrebbero vedersi dopodomani per discutere di candidati e, soprattutto, della manifestazione di domenica a Bologna, organizzata dal Carroccio, ma alla quale parteciperà - nonostante i dubbi di molti azzurri - anche l'ex premier. Sarebbe la prima volta di Berlusconi, Salvini e Meloni sullo stesso palco. di Paolo Emilio Russo

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