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Magistratura, Merkel ed Europa: Renzi rischia di più fuori dal Parlamento

Matteo Legnani
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Il meno è passato. Perchè il voto di sfiducia al ministro Maria Elena Boschi era, al di là del suo esito scontato, una quisquiglia rispetto a quel che attende e che teme Matteo Renzi di qui a qualche mese. Le insidie maggiori alla sua salda posizione a palazzo Chigi arriveranno infatti da fronti ben lontani dal Parlamento. A scriverlo è Francesco Verderami sul Corriere della Sera, per il quale i fronti caldi del premier sono l'Europa e la magistratura. Sebbene il premier ieri abbia voluto far sapere attraverso la Boschi e il sottosegretario Lotti che non si lascerà politicamente intimidire, non sarà facile muoversi su più fronti: lo sussurrano i dirigenti del Pd e lo dicono gli alleati di governo, colpiti dalla virulenta polemica di Renzi con la Merkel e dall' affondo contro il commissario europeo Hill sul decreto salva-banche. È quello il punto dolente, e c' è un motivo se tutte le forze di maggioranza s' interrogano sulla strategia del premier, a partire dalla mossa a sorpresa di voler affidare la gestione degli arbitrati al capo dell' Anticorruzione Cantone: "Non si capisce - dice il senatore Ncd Gentile - come si possano aggirare le regole che disciplinano il sistema bancario. A meno che Renzi non tema che le inchieste arrivino a coinvolgere anche i vertici di quel sistema". Non bastasse, il centrodestra si appresta a presentare una mozione di sfiducia al governo in quel del Senato, dove la maggioranza è così friabile da non garantire nemmeno il numero legale sulla riforma della Rai.

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