Alfano frega Renzi su due fronti: perché Matteo è costretto al dietrofront
Lo storytelling renziano sull'abolizione del reato di clandestinità segue una linea narrativa ben precisa: fra pochi mesi si vota e abolire una legge di contrasto all'immigrazione clandestina fa perdere consensi, quindi resta tutto com'è. Così Matteo Renzi ha fatto marcia indietro, dopo aver immaginato di eliminare quel reato che dal 2009 nessuno si era sognato di toccare, più che altro perché tutti hanno dovuto fare i conti con un'elezione incombente. A riportare il premier con i piedi per terra è stato il ministro dell'Interno Angelino Alfano che ha frenato l'isterismo del suo governo: "Evitiamo di trasmettere all'opinione pubblica dei messaggi negativi per la percezione della sicurezza - ha detto Alfano - in un momento particolarissimo per l'Italie e l'Europa". L'eufemismo del ministro fa riferimento all'incubo vissuto da decine di donne in diverse città europee, soprattutto a Colonia in Germania, dopo mesi di "porte aperte ai rifugiati", dove la notte di Capodanno ci sarebbero stati veri e propri stupri di massa da parte di uomini nordafricani e siriani. A tuonare contro la possibile abolizione del reato di clandestinità è stato dall'esterno del governo anche Matteo Salvini che non si fida della solidità della posizione di Alfano: "Scommetto un caffè che il prode Alfano calerà le braghe entro una settimana". La soluzione - L'intenzione di abolire il reato nel Pd serpeggia da tempo, ma Renzi non ha nessuna intenzione di regalare all'opposizione un'arma in più per pugnalarlo. Così, secondo Repubblica, l'idea del premier è di scaricare ogni responsabilità sul Parlamento che sfornerebbe una legge ad hoc o modificherebbe una già esistente. In questo modo il governo manterrebbe la giusta distanza per evitare le critiche di quegli elettori contrari all'abolizione. Il Parlamento confermerebbe la strada già presa nelo 2014, ma mai portata avanti, sull'abolizione del reato di clandestinità. E alla fine Renzi farebbe contenti anche i magistrati, da sempre contrati all'introduzione del reato voluto dall'allora ministro dell'Interno Roberto Maroni. Tutto però con tempi più lunghi, di sicuro dopo aprile, magari dopo giugno, cioè dopo il voto delle amministrative. Unioni civili - Anche sull Ddl Cirinnà sulle Unioni civicili, Renzi sceglie la via più furba. Con l'Ncd pronto a fare le barricate sulla stepchild adoption, la possibilità di adozione per figlio del partner in una coppia anche tra omosessuali, il Pd sta valutando due ipotesi. La prima sarebbe quella di aggirare il problema, sanando le situazioni già in essere. La via di mediazione potrebbe invece essere quella di far passare la norma, considerando per i cattolici già una vittoria l'aver evitato l'equiparazione del matrimonio.