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L'analisi: inflazione, rigore e banche, perché la Germania sarà sempre nemica dell'Italia

Giulio Bucchi
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Germania solida e immutabile, Italia flessibile e trasformista: è questa la differenza (strutturale, politica, economica, antropologica) a separare in maniera forse irrimediabile Berlino e Roma, Angela Merkel e Matteo Renzi (e chi per lui, prima e dopo). Ne è convinto l'editore di Milano Finanza Paolo Panerai, che nel suo abituale editoriale Orsi e Tori su Italia Oggi commenta l'incontro interlocutorio tra i due leader in terra tedesca, al grido dell'eterno dilemma: "flessibilità o rigore?".  Italiani inaffidabili - "Il rigore può favorire il raggiungimento di obiettivi comuni, perché comporta disciplina e determinazione, ma nello stesso tempo appiattisce umanità e creatività". In questo quadro di falchi, a farne le spese è l'Italia, "il vero bersaglio", "perché il Belpaese è il più diretto concorrente della Germania nell'industria manifatturiera, perché le sue bellezze paesaggistiche, il sole, il mare, l'arte, il cibo sono un miraggio per i cittadini tedeschi e perché, comunque, l'Italia è il terzo Paese per dimensione economica dell'Unione, l'unico che non ha mai avuto, salvo il periodo della dittatura mussoliniana, un'alleanza organica con la Germania, come invece ha la Francia". Il ruolo di Draghi - Ora le due posizioni sono sempre più lontane anche sull'Europa che verrà. "L'egoismo dettato dall'arroganza di sentirsi i migliori in virtù del rigore fa sì che la Germania accetti non come pari ma come unico alleato la Francia, e i Paesi del Nord come gregari, mentre tutti gli altri Paesi del Sud Europa sono solo spreconi e indisciplinati". In più c'è l'elemento Mario Draghi, italiano presidente della Bce che "ha osato sfidare e vincere su Schaeuble, sul presidente della Bundesbank, Jens Weidmann e sulla stessa Merkel". Un mix di risentimenti politici e personali: "la cancelliera - scrive Panerai - non voleva assolutamente che Draghi lanciasse il Quantitative easing, Draghi ha scelto, visto anche il successo ottenuto, la via della Federal Reserve americana che appunto ha tratto fuori dalla crisi gli Usa". Terrore inflazione - Creare moneta significa, in una parola, inflazione (o almeno così Draghi sperava). Concetto che terrorizza i tedeschi fin dalla Repubblica di Weimar, "quando per acquistare un kg di pane era necessario caricare balle di soldi su un carretto. E accettando lo statuto della Bce i tedeschi pensavano soprattutto che il governo dell'inflazione avrebbe riguardato l'eccesso di inflazione, non la deflazione". Le banche italiane - C'è poi il capitolo banche: "La Germania vuole che quelle italiane siano ridimensionate in modo che poi il rischio di dover sborsare capitali per sostenerle sia limitato. E per ottenere questo obiettivo, come i lettori di questo giornale già sanno, il ministro Schaeuble non ha avuto nessuna esitazione a dire che le banche del Sud Europa hanno troppi titoli di Stato fra i loro asset e che quindi vanno ridotti di almeno il 25%. Se succedesse davvero la Germania otterrebbe anche i vantaggi di una nuova crisi del debito pubblico e una migrazione di capitali verso le banche tedesche, o i Bund a tasso vicino allo zero. Per questo fra Renzi e la Merkel non poteva risbocciare l'intesa".

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