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Grillo, Monti: "Il suo successo è il mio timore più grande". Prof come Bersani e Berlusconi

Giulio Bucchi
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  C'è una cosa che accomuna l'arco costituzionale italiano, dal Pd al Pdl passando per Monti e addirittura Ingroia: il terrore per Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle. Silvio Berlusconi, mercoledì sera a Porta a Porta, ha ammonito tutti: "Bisogna opporsi alla marea montante guidata dal signor Grillo, che è un capace interlocutore delle folle e sta portando la gente a pensare di picconare la politica mandandoli a casa, mentre manderà Bersani e Vendola al governo. E' una politica solo distruttiva non c'è nulla di costruttivo. Questo è un vero pericolo. Grillo è un rischio grande per il nostro paese". E sulla stessa lunghezza d'onda si è posto giovedì mattina, intervenendo a un dibattito su Corriere.it, pure Mario Monti, uno che quando c'è da picconare il Cavaliere non si tira mai indietro. Monti: "Il successo di Grillo mio terrore" - Il professore lo ha detto fuori dai denti: "Che cosa temo di più? Il successo di Grillo". "Il fenomeno Grillo merita tutta la nostra attenzione e capisco che i partiti tradizionali possano sentirsi a disagio. Hanno ragione, ma - accusa - se avessero fatto la riforma elettorale decente le piazze di Grillo sarebbero meno piene". Il timore, però, non sono tanto le proteste dei grillini, quanto i contenuti: "Stento a vedere la proposta", continua il premier che su un eventuale referendum per uscire dall'euro (caldeggiato da Grillo) ha concluso: "Il timore è che poi debbano riempire piazze ancora più grandi contro lo stato catastrofico in cui l'Italia entrerebbe". Panico a sinistra - Anche a sinistra, comunque, il terrore serpeggia. "Io sono preoccupato della politica di Grillo e non della gente che va in piazza perché ha voglia di cambiare - prova a fare buon viso a cattivo gioco il segretario Pd Pierluigi Bersani -. Io la capisco questa voglia di cambiare. Capisco meno parole d'ordine come Usciamo dall'Euro o parole d'ordine come Non c'è né Destra né Sinstra perché queste sono inflessioni populiste che possono portare un sacco di guai". E ancora, l'accusa al leader che "parla dal tabernacolo di Internet", è quella di "portare fuori il Paese dalla democrazia". Altrettanto critico pure Antonio Ingroia, leader di Rivoluzione civile: "In Parlamento ci andranno tanti signor nessuno rispetto a chi li elegge: l'elettore non è messo in condizione di decidere criticamente. Il paradosso di quello che si sta verificando è che ci saranno milioni di elettori che voteranno per Grillo pensando di essere rappresentati da Grillo e Grillo è l'unico del Movimento 5 Stelle che non si candida per andare in Parlamento". Tutto vero, ma viene un dubbio: non è che queste critiche arrivano ora, dopo aver visto la scalata insesorabile dei 5 Stelle?  

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