Cerca
Cerca
+

Parla il "sindaco" Virginia Raggi: "Chi tremerà dopo la mia vittoria"

Giovanni Ruggiero
  • a
  • a
  • a

«Mi chiedo, ma che si candidano a fare, se già mi fanno l' endorsement?». A chi allude, mi scusi? «Meloni, Salvini, Berlusconi, cioè volevo dire Bertolaso, tutti quelli che hanno detto che mi voterebbero in caso di ballottaggio...». Al ballottaggio la Meloni può vincere... «Non guardo i sondaggi, possono riservare brutte sorprese. E non guardo neppure gli avversari. Nel centrodestra c' è una competizione per affermare la leadership della coalizione e non per governare Roma. Si ricorda una frase sulla città di uno dei quattro candidati?». Teme di più il Pd e Giachetti? «Roma l' ha governa soprattutto il Pd, che lascia una città dove non è bello vivere. Per forza, governava per pochi amici a spese di tutti gli altri. Ma la formula ha fatto il suo tempo. E poi pagherà il conto per aver deposto Marino con un atto antidemocratico». Dice così perché punta ai suoi voti... «Marino ha commesso diversi errori, a volte ha dato l' impressione di essere un sindaco a sua insaputa, ma andava sfiduciato in aula, non costretto alle dimissioni dal notaio...». E i predecessori di Ignazio? «Alemanno per i romani è il simbolo di parentopoli e di Mafia capitale». Ma Buzzi non era del Pd? «Infatti, è iniziato tutto molto prima. Di Rutelli, a parte la montagna di denaro per il Giubileo dissoltasi non si sa come, non c' è nulla di significativo da ricordare, se non lo scandalo Lusi e che Buzzi i primi appalti li ottenne proprio con la sua giunta. Veltroni poi è il sindaco delle inaugurazioni con i soldi di chissà chi. Tutti poi hanno aumentato in maniera costante e coerente il debito della città». Chiudiamo il cerchio con Marchini... «Chi, il grande assente? Qualcuno se lo ricorda in Consiglio o in Commissione?». Anche lei non brilla per presenzialismo: membro di cinque commissioni, ha superato, e di poco, il 50% delle presenze solo in quella della scuola. Cuore di mamma? «Le commissioni hanno sede in luoghi distanti tra loro, e spesso le riunioni si tengono nei medesimi orari. Sono attiva, non ubiqua». La scusa non regge: i suoi colleghi, anche di M5S, hanno presenze più alte... «Non è una scusa, il suo calcolo è approssimativo. Il numero delle presenze va contato proporzionalmente alle convocazioni, c' erano commissioni convocate ogni giorno e altre due volte a settimana. E siamo stati noi a proporre di dare il gettone di presenza solo a chi fosse presente dall' inizio alla fine e di concentrare le commissioni in un unico luogo. Non ha idea la levata di scudi, da destra e sinistra, contro queste norme di civiltà». Se diventerà sindaco questo finirà? «Certo, il nostro programma segue tre direttive: legalità, tagli agli sprechi e trasparenza». Bellissimo slogan, ma il vostro programma non c' è ancora. Dove lo si può vedere? «Il programma è stato completato dai tavoli di lavoro, composti da esperti, iscritti, comitati di quartiere e comuni cittadini. Siamo stati i soli a coinvolgere i romani, che riteniamo i più grandi conoscitori di Roma. Una volta impaginato, sarà consultabile su Internet». Quindi non lo ha scritto lei? «Siamo un movimento popolare e accogliamo le competenze di ogni romano che vuole mettersi a disposizione della città. Poi certo, l' ultima parola è mia. Ma mi chieda pure del programma, i giornalisti mi fanno le domande e poi non mi lasciano mai rispondere...». Primo punto: legalità. Sicura sia un argomento vincente in una città dove la corruzione si annida anche negli strati più bassi dell' amministrazione?». «Tutto questo finirà, la mia candidatura è un referendum pro o contro la legalità. Confido nei romani. Quanto alla macchina pubblica, la parola d' ordine è trasparenza negli appalti e nella scelta delle persone». Farà le primarie per gli assessori? «Ci stiamo pensando ma non è certo. Sceglieremo in base a competenza e vicinanza al movimento. Non si diventa Cinquestelle dall' oggi al domani: non ci saranno salti dell' ultimo minuto sul carro del vincitore». Il metodo ricorda la prima Lega Nord... «Questo suo pensiero non lo prendo neppure in considerazione». Punto due: trasparenza. La domanda le sembrerà oziosa, ma come mai ha nascosto il suo praticantato nello studio Previti? «L' ho detto: tra gli avvocati non usa inserire il praticantato nel curriculum se non si continui la professione nello stesso studio». Singolare, gli altri professionisti lo fanno. E non era un curriculum per cercare lavoro ma per presentarsi all' elettorato… «Non credo di aver sbagliato; se tornassi indietro, ugualmente non lo metterei, nonostante le polemiche scaturite dalla vicenda». Dicevamo trasparenza, quindi? «Metteremo in rete tutte le attività e lo stato dell' arte del Comune, così che ogni romano potrà sapere tutto della città in cui vive». Sa che il suo stato patrimoniale, come quello di tutti i consiglieri capitolini, non appare sul sito del Comune di Roma? «No, non lo sapevo. So che il sito è difficilmente consultabile. Però la mia situazione patrimoniale è pubblica». Punto tre: tagli agli sprechi. Con 23mila dipendenti comunali e 80 società partecipate, si annuncia una macelleria sociale? «Lo dice chi vuole spaventare i cittadini per non farci vincere. Su un bilancio di 5/6 miliardi l' anno, Roma ne spreca uno, iniziamo a recuperarlo. Lo spreco più grande è nella gestione del patrimonio capitolino, con le case in centro a 80 euro e la logica che ogni favore è una rendita di voto. E il Pd, quando versa i 170mila euro che deve al Comune per l' affitto della sede di via dei Giubbonari? Pure il Tar gli ha dato torto. Paghi o se ne vada». E i tagli alla macchina pubblica? «Atac, Acea, Ama: i dirigenti che hanno sbagliato pagheranno, come in ogni azienda che va male, ma non taglieremo il personale; sarà riorganizzat nel rispetto delle qualità di ognuno e ci occuperemo all' interno di servizi che ora esternalizziamo». Tecnicamente si dice spoil system... «Sarà un normale avvicendamento del gruppo dirigente. E poi i dirigenti oggi sono 200, alcuni con stipendi fuori dalla norma, ma io penso che per far funzionare una città così complessa ce ne vogliano almeno 300, con stipendi normali, quindi non necessariamente il ricambio sarà traumatico». Promette più lavoro, nuovi capi, cambio di mansioni: e se l' elettorato pubblico romano non gradisse? «Vale ancora la logica del referendum: spero che i romani che voglio accontentare migliorando i servizi e tagliando gli sprechii siano più di quelli che scontenterò eliminando i privilegi». È pentita della frase su Acea: la società dell' acqua ha perso quasi il 5% in Borsa in un solo giorno dopo la sua esternazione? «Sciocchezze, io parlai a mercati chiusi, il titolo ebbe un calo dopo tre giorni e l' indomani iniziò la risalita. Il Pd ha messo in scena una pagliacciata. Sulla dirigenza invece, la linea è chiara. La società è quotata, deve produrre profitti ma va tenuto conto dell' esito del referendum. Si possono fare utili anche non alle spalle dei cittadini». Anche all' Atac non taglia, l' azienda dei trasporti ha una produttività di un terzo rispetto a quella milanese? «Alle statistiche non credo. I soldi li recupereremo aumentando i controllori e facendo pagare le multe a chi viaggia senza biglietto: ci sono cento milioni di euro di evasione». A Milano Pisapia ha aumentato le entrate alzando il costo del biglietto... «Con la bassa qualità del servizio che oggi offre la città, non si può. Ma condivido di Pisapia lo sforzo per incentivare i trasporti pubblici e i mezzi alternativi all' auto. Telecamere, corsie preferenziali, piste ciclabili. Vale tutto». Si ricorda a che fermata è morto Marco, il bimbo caduto ne dell' ascensore? «Un fatto terribile, mi lasci pensare... Furio Camillo? Difficile scordarselo». Tra cinque anni in quanto tempo si arriverà in Piazza Navona dalla Buffalotta? «Non faccio promesse, non sono Renzi». Cosa le piace del nostro premier? «Che se ne sta per andare». E questo chi lo dice? «Ogni giorno c' è uno scandalo, quanto può durare? Guardi l' inchiesta di Potenza: non crederà che un emendamento importante su un impianto petrolifero che sforna 55mila barili al giorno cambi tre volte per caso, all' oscuro di premier e ministro per i rapporti con il Parlamento? Mi spiace non essere in Parlamento solo perché non posso votare la mozione di sfiducia con i miei colleghi». Le inchieste la scaldano: si ritiene un miglior avvocato o un miglior politico? «Mi ritengo migliore come persona rispetto a quando iniziai la mia avventura politica». Risposta da politica. E da ex avvocato cosa ne pensa dei giudici in politica? «In molti casi non lo condivido. E quando lasciano la toga dev' essere per sempre». Il Campidoglio è un punto di partenza? «Sarà il secondo mandato, M5S ha il limite di due: siamo cittadini qualificati che hanno un' idea di Paese, non politici di professione». Come ha vinto le primarie di M5s? «Nel messaggio web non ho fatto altro che cercare di essere me stessa». Ma questo l' ha detto Casaleggio. Allora ha ragione chi dice che è telecomandata? «Casaleggio in realtà lo conosco poco». Il ventriloquo è Di Battista? «In tanti mi aiutano, non solo Alessandro, con il quale comunque mi confronto; anche lui è romano come me». Suo marito è geloso? Tentò anche lui di candidarsi ma non se l' è filato nessuno... «Per niente, guardi è fuori strada». Tra cinque anni, se sarà sindaco, che cosa le farà dire «ho vinto» o «ho fallito»? «Avrò fallito se non avrò cambiato il sistema e avrò vinto se avrò iniziato a farlo». Lei buca il video... «Così dicono...». Vespa però dice che dal vivo non è così speciale: è stato cattivo? «Lascio tranquillamente Vespa ai suoi giudizi. Mi candido a sindaco non a Miss Italia». Meglio lei però della Bedori: i simpatizzanti di M5s l' hanno massacrata perché sovrappeso e non molto avvenenente... «La Bedori si è ritirata perché non si sentiva all' altezza, l' ha ammesso lei stessa. Tutto il resto sono chiacchiere». Perché a Milano Cinquestelle fatica? «Non è vero, ora abbiamo un candidato preparato e competente... Aspetti, come si chiama? Ah sì, Gianluca Corrado, certo». Per gli altri italiani Roma è una tassa: è giusto che i non romani sborsino 300 milioni l' anno per il buco della città? «I romani ne sborsano da soli 200, abbiamo l' Irpef comunale più alta d' Italia e non calerà. Roma è la capitale, ha più spese e più problemi. Capisco che per il resto degli italiani non sia una bella cartolina la tassa per la Capitale, ma sono i romani le prime vittime». Perché non ammette di essere laziale? Non è da democristiani non dirlo? «Sfatiamo il mito. Mio marito è laziale, mi ha lavorato ai fianchi per anni e oggi simpatizzo per la Lazio ma i veri tifosi sono altri». Pietro Senaldi

Dai blog