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Il Csm: "Berlusconi, nostra indipendenza a rischio". Ira del Pdl

Ilda Boccassini

Andrea Tempestini
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  "Contro di me c'è un piano Craxi 2", ha denunciato Silvio Berlusconi in un'intervista a Panorama. Ma l'ex premier non ha intenzione di mollare: "Resisto ai pm". Il Cavaliere è braccato dalla giustizia, ma il Csm tira dritto per la sua strada, facendosi beffe dell'appello di Giorgio Napolitano, che aveva chiesto "equilibrio e rispetto delle parti", lasciando intendere che in un momento politico così delicato non servono "ulteriori tensioni al sistema democratico". Il Consiglio superiore della magistratura si schiera con il pool di Milano, con Ilda Boccassini e a favore delle tanto discusse visite fiscali: "Come componenti del Consiglio vogliamo riaffermare che soltanto al giudice nel processo spettano le decisioni processuali e di merito secondo le norme di legge. A tale princio si sono attenuti i magistrati impegnati nei processi di cui oggi si discute". Così in un documento i laici di centrosinistra e i togati del Csm. L'approfondimento: Il Pd minaccia Silvio: "Siamo pronti a farlo arrestare"   "A rischio l'indipendenza" - Quindi le dichiarazioni di Michele Vietti, vicepresidente del Csm, che spiega come l'organismo "riafferma il proprio ruolo di garante dell'autonomia e dell'indipendenza della magistratura". E ancora, secondo l'organo di autogoverno delle toghe, "le gravi vicende accadute nel Palazzo di giustizia di Milano lunedì scorso (la marcia dei 150 parlamentari del Pdl, ndr) rischiano di porre a rischio l'indipendenza dei giudici nelle decisioni che solo a loro spetta assumere". Nessun dubbio al Csm: tutti al fianco della Boccassini e del pool di Milano nella crociata contro Silvio Berlusconi. La nota del Pdl - La dura reazione del Pdl è affidata a una nota congiunta firmata dai capigruppo uscenti, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, che spiegano: "Il tribunale di Milano ha fissato un incredibile calendario di udienze proprio nei giorni in cui si dovrà procedere agli adempimenti costituzionali. Prendiamo dunque atto che, anche alla luce delle affermazioni appena espresse dai togati del Csm, ormai non si tratta più di una questione tra il presidente Berlusconi, i suoi legali e il tribunale di Milano, ma di una contrapposizione, se non una sfida aperta, lanciata da un preciso settore della magistratura, giudicante e inquirente, all'equilibrio politico-istituzionale nel suo complesso". Le parole di Napolitano - Cicchitto e Gasparri ricordano che "dopo l'incontro avuto ieri al Quirinale, il presidente Napolitano ha emesso una nota ufficiale nella quale ha sottolineato l'estrema importanza e delicatezza degli adempimenti istituzionali che stanno venendo a scadenza che eisgono il contributo di tutte le forze politiche rappresentate in Parlamento, ed in particolar modo di quelle che hanno ottenuto i maggiori consensi. Lo stesso Capo dello Stato ha affermato nella sua nota di ieri che è comprensibile la preoccupazione dello schieramento che è risultato secondo, a breve distanza dal primo, nelle elezioni del 24 febbraio, di vedere garantito che il suo leader possa partecipare adeguatamente alla complessa fase politico-istituzionale già in pieno svolgimento, che si proietterà fino alla seconda metà del prossimo mese di aprile". Ma a Berlusconi, questa garanzia, il Csm non la vuole concedere.  

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