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Napolitano convoca i saggi: "Ovvi limiti temporali"

Re Giorgio

Andrea Tempestini
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Fare in fretta. Ora lo afferma anche Giorgio Napolitano, che sottolinea: il compito dei "dieci saggi" avrà precisi termini temporali. Di fatto il Quirinale accoglie la linea del Pdl, dubbioso sin dal principio sui due gruppi di lavoro, e che ha chiesto con Angelino Alfano che i tempi delle nuove "consultazioni" siano il più possibile circoscritti, dieci giorni al massimo. La "stretta" di Napolitano arriva dopo la difesa dei "dieci saggi", una scelta - ha spiegato Pasquale Cascella, portavoce del Quirinale - "fatta con criteri oggettivi". Il Colle tenta così di smorzare le polemiche sui due gruppi di lavoro a cui ha affidato le commissioni che dovranno cercare di individuare dei punti di contatto su riforme istituzionali e azioni economiche. Ora, per rendere meno avvelenato il clima, Napolitano pone un orizzonte temporale ai due gruppi. "Carattere informale" - Il Capo dello Stato ha convocato i saggi per martedì mattina, e da fonti quirinalizie si apprende che le riunioni dei gruppi di lavoro offriranno l'occasione per ogni "ulteriore chiarimento opportuno, di fronte a commenti nei quali ai più larghi apprezzamenti si sono accompagnati non solo legittimi dubbi e scetticismi ma anche timori e sospetti artificiosi e del tutto infondati". In una nota, Napolitano specifica che "risulteranno evidenti sia il carattere assolutamente informale e il fine puramente ricognitivo dell'iniziativa assunta dal Presidente della Repubblica, sia i limiti temporali, d'altronde ovvi, dell'attività dei due gruppi".    La convocazione - "Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rinuirà domani mattina (martedì 2 aprile, ndr) al Quirinale le personalità invitate a far parte, in funzione dell'impegno già svolto o del ruolo attualmente ricoperto, dei due gruppi di lavoro di cui ha promosso la costituzione - indicando nell'incontro di sabato scorso con la stampa - le motivazioni e i compiti". Così il Quirinale in una nota. Brunetta: "O governo o voto" - Nel corso della giornata di Pasquetta, le forze parlamentari non hanno lesinato critiche all'iniziativa con cui Napolitano mira a risolvere lo stallo politico. La posizione del Pdl espressa da Angelino Alfano viene ribadita da Renato Brunetta: "O si accelera e si trova subito un esecutivo di larghe intese o si torna al voto". Poi Sandro Bondi, che spiega che con Mario Monti non si può andare avanti: "Non si può condividere l'affermazione di Napolitano, secondo cui un governo il Paese in questo momento ce l'ha e può lavorare. Il governo della precedente legislatura, se pur in carica per ragioni formali - conclude Bondi - non ha alcuna legittimazione non avendo ottenuto la fiducia del nuovo parlamento". Il sospetto di Alfano - Quindi Alfano, in una nota, ha ribadito: "I saggi facciano presto e riferiscano al Quirinale quanto prima. Il nodo resta irrisolto: o grande coalizione o voto". E ancora: "Riteniamo opportuno che il presidente Napolitano riprenda le consultazioni con le forze politiche, e che le stesse forze politiche riprendano a parlarsi. La casa brucia, e non sarebbero comprensibili altri rinvii o dilazioni". Il segretario del Pdl sottolinea come "le intenzioni del Capo dello Stato sono certamente lodevoli, ma esiste il rischio che il Pd, dopo aver già fatto perdere al Paese un mese di tempo per l'ostinazione di Pierluigi Bersani, voglia trasformare questa iniziativa in un escamotage per rinviare ogni vera decisione alle calende greche". Sinistra, M5S e montiani - Dalla mossa di Re Giorgio si smarca anche il Partito democratico. A prendere la parola è Dario Franceschini, che sottolinea come la scelta di Napolitano "è tutta sua. Il Pd - aggiunge - non ne sapeva niente e, soprattutto, certe decisioni per il Paese vanno trovate in Parlamento, non nel lavoro dei saggi". Beppe Grillo, da par suo, liquida i "dieci saggi" come "badanti della democrazia" e ribadisce che il Parlamento può lavorare pur senza un governo. Infine Scelta Civica di Mario Monti, che non fa mancare il suo sostegno al Capo dello Stato: "Il solo giudizio che conta sull'operazione del presidente lo daranno domani i mercati. Il resto sono chiacchiere, anche perché nella attuale situazione non era possibile un esecutivo migliore di quello in carica, sia pure per l'ordinaria amministrazione". Così in una nota Giuliano Cazzola.

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