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Scelta civica, Bombassei mette il freno e il partito torna in carreggiata

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Roma, 1 ago. (Adnkronos) - Scelta civica va avanti, a condizione di mantenere quell'unità che nella drammatica riunione di mercoledì sera (andata avanti fino alle due del mattino) è stata sul punto di saltare definitivamente. Mario Monti, arrivato a presentare le dimissioni poi ritirate a seguito di una 'sollevazione' dell'assemblea degli eletti che lo ha quasi 'sequestrato' nella sede di via Poli, è pronto mantenere il ruolo di figura cardine ma spiega così al Tg1 questo orientamento: "Scelta civica è una realtà molto promettente ed è necessario che ci sia un forte spirito di coesione. Finché c'è questo spirito di coesione sono disposto a restare e a guidare questo sforzo collettivo. Ho voluto richiamare tutti a questa esigenza". Parole felpate che poco lasciano tradire la drammaticità dei momenti vissuti nella notte quando si è detto sorpreso "dalle parole sgradevoli nei miei confronti" venute dall'anima cattolica del movimento. Ma quando l'ex premier ha fatto per alzarsi e raggiungere l'uscita, praticamente è stato circondato da tutti. A quel punto, pare che di fronte alla figura del vice presidente del movimento Alberto Bombassei che gli si avvicinava, abbia chiesto a tutti di lasciargli "fare una chiacchierata con un vecchio amico". E lì, Bombassei, presidente della Brembo, deve aver fatto del suo meglio per portare nella dialettica politica lo spirito dell'azienda leader nel mondo dei freni. Ed evitare l'impatto. L'interessato nega ogni ruolo di 'deus ex machina' e all'Adnkronos dice che "in realtà era chiaro che la fiducia nei confronti del presidente Monti era unanime e c'è stata una reazione corale" dopo che si era manifestato il rischio di perdere la figura chiave del movimento nato attorno al simbolo del salvataggio dell'Italia dal rischio baratro finanziario. Soprattutto, Bombassei, che si schermisce all'idea che una "parola magica" possa aver convinto il senatore a vita, fa però capire che "non si poteva mettere tutto a repentaglio per eventi che, alla fine, posso anche ricondursi alla categoria del malinteso...". Un ingrediente del malinteso, per esempio, a quanto si è appreso, potrebbe essere stato il fatto che l'invito a partecipare alla famosa riunione sotto egida Udc appena malcelata al Tempio di Adriano sul tema 'Per l'Italia, l'Europa. Quali idee, quali popolarismo' sia partito da un indirizzo della segreteria di Scelta civica alla Camera, ossia, per estesione, dagli uffici del capogruppo Lorenzo Dellai, anch'egli poi presente all'evento 'incriminato'. E nell'ala liberale montiana c'è chi vede lui come 'capogruppo di minoranza'. In un rovesciamento di prospettiva, quindi, rispetto a chi ha fatto trapelare ieri l'idea che a rischio di andare sotto nei gruppi potesse essere addirittura Monti. Come formalizza in un comunicato il portavoce politico di Sc, Benedetto Della Vedova, che definisce come "assolute falsità" certe ricostruzioni perché, spiega il senatore, "le posizioni critiche nei confronti del presidente, che pur ci sono state, sono state assolutamente minoritarie nell'assemblea, come tutti i presenti hanno avuto modo di vedere, oltre che di ascoltare". Sotto la cenere dell'incendio di ieri sera, comunque, restano braci per nulla spente. Un primo riscontro potrebbe aversi già lunedì alla Camera, quando approderà in aula il ddl sull'omofobia, con approvazione prevista prima della pausa estiva. Esulta l'ala laica, con Andrea Romano che twitta: "E' fallito tentativo Udc di annettersi @scelta_civica con i soliti vecchi metodi. Ora chiarezza e gruppi parlamentari autonomi per ripartire". Il cattolico Mario Sberna, invece (che stanotte avrebbe addirittura annunciato l'addio al movimento" si limita a dire all'Adnkronos: "C'è sicuramente malessere nel partito", il problema è che "Sc non ha un'identità ancora ben definita, ma sarebbe grave se questa esperienza dovesse concludersi". Il deputato però (che con Giro e Marazziti avrebbe tenuto gli interventi più 'duri' nella notte) si dice sicuro che "Scelta civica deve andare avanti per raggiungere gli obiettivi indicati fin dalla sua nascita, per dare un contributo concreto alla soluzione dei problemi del Paese". Tuttavia, non minimizza. "Secondo me Monti ha sbagliato a prendersela in questo modo con Andrea Olivero, la cui 'colpa' è stata quella di partecipare ad un convegno promosso dall'Udc: e se avesse partecipato ad un'iniziativa promossa da Sel, ad esempio, cosa avremmo dovuto fare, fucilarlo?". E lui, l'ex presidente delle Acli? Andrea Olivero, non più coordinatore unico ma destinato a guidare un "Progetto di cultura politica" spiega in un tweet che quello con Monti è stato un "chiarimento preciso e definitivo" e che continua il "disegno politico comune. Ora impegno per progetto cultura politica". Che poi, paradossalmente, era ciò che voleva essere, almeno nelle intenzioni esplicite degi uomini di Pier Ferdinando Casini, il tema originario, sebbene non esaustivo, nelle corde della riunione al Tempio di Adriano. Con l'opzione di scegliere la strada del Ppe in Europa invece che quella del gruppo liberale al quale guardano i rappresentanti dell'ala liberale, inclusi quelli provenienti da Italiafutura.

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