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Il ministro Kyenge risponde a Maroni: "Non vengo alla festa della Lega"

Cécile Kyenge

Ignazio Stagno
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Il ministro dell'integrazione Cecile Kyenge non andrà alla festa della Lega Nord a Milano Marittima. "Nei giorni scorsi - ricorda il portavoce della Kyenge - il ministro aveva chiesto al segretario nazionale della Lega Nord Roberto Maroni un suo intervento, chiaro e pubblico per stigmatizzare i molti, troppi attacchi rivolti contro di lei da esponenti di quel partito; non essendo pervenuto il suddetto intervento, la stessa ha deciso di declinare l'invito".  I dubbi - La  proprosta di Bobo ha fatto discutere i leghisti. Dopo le polemiche per le parole di Roberto Calderoli che aveva paragonato il ministro ad "un orango", dopo "l'invito allo stupro" lanciato dalla consigliera leghista Valandro, la Lega ha cercato di ricucire i rapporti con la Kyenge. Dopo il rifiuto del ministro di presenziare alla festa di Milano Marittima, i rapporti tra la Lega e la Kyenge restano dunque tesi. La visita della Kyenge a Cantù negli scorsi giorni ha fatto lievitare il livello dello scontro. I consiglieri leghisti hanno evitato di incontrare la Kyenge e il ministro aveva chiesto direttamente a Maroni un intervento per redarguire i suoi. Rifiuto pericoloso -  Il segretario della Lega ha così deciso di invitarla alla festta di Cervia. Ma la linea di Maroni non ha convinto Umberto Bossi che conversando coi giornalisti in Transatlantico, si è detto contrario all'avvio di un dialogo con la Kyenge: "Non si dialoga con chi vuole distruggere la Bossi-Fini, che è l'ultimo baluardo rimasto contro l'immigrazione clandestina". Probabilmente a innescare il rifiuto della Kyenge è stato anche l'attacco ricevuto ieri, giovedì 31 luglio, da un altro leghista d.o.c. come Roberto Castelli, che ha affermato: "La Lega si fa del male. Parlare della Kyenge non aiuta il Carroccio, lei è una nullità politica". Insomma ora il rifiuto per la festa di Milano Marittima ribalterà le polemiche. Il gesto della Kyenge è forte e rischia di inasprire ancora di più i toni. Forse una visita in casa del Carroccio avrebbe spento le polemiche. E dalla Lega arrivano le prime reazioni: "Molto delusi"dalla decisione del ministro Kyenge. Decisione che "non fa onore a chi dice di volere un cambiamento" ha detto Gianluca Pini, vice capogruppo del partito alla Camera. A quanto pare il ministro ha fatto suo il parere di Flavio Tosi: "Gli insulti e le polemiche rafforzano il ministro, ne fanno un martire politico". No al velo per le suore - Intanto la tabella programmatica della Kynege non si ferma. L'ultima provocazione, che ha fatto infuriare proprio il Carroccio, riguarda il velo delle suore. Durante un dibattito con Attilio Fontana, primo cittadino di Varese e presidente di Anci Lombardia, alla festa del Pd a Cantù, il ministro ha detto: "Il fatto che la legge obblighi a far vedere il viso deve valere per tutte le donne, comprese anche le suore, perché non insistiamo su questo aspetto?". Una proposta quella della Kyenge che è stata subito bocciata dal Carroccio. "Quella del ministro è una frase senza senso che dimostra come la Kyenge non conosca la differenza tra burqa e velo. Durante quel dibattito il ministro ha portato argomentazioni vane e vagheggianti dimostrando di non volere affrontare i problemi nel concreto. Smettiamola di farci prendere in giro”, ha affermato Fabio Rainieri, segretario nazionale della Lega Nord Emilia. (I.S)

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