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Berlusconi, Giunta: spunta il "lodo-Buemi" ma il Pd dice "no"

Silvio Berlusconi

Andrea Tempestini
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Possibile colpo di scena alla vigilia del voto (subito disinnescato dal Partito democratico). Spunta il "lodo Buemi". In sintesi: Silvio Berlusconi sia dichiarato decaduto dalla giunta per le Elezioni poiché interdetto dai pubblici uffici dopo la sentenza passata in giudicato, e non per le norme contenute nella legge Severino, che potrebbe essere impugnata. Questa la proposta avanzata nella riunione in Giunta dal socialista Enrico Buemi. Si tratta di una possibilità per uscire dallo scontro tra le opposte posizioni. Una soluzione elegante, che condurrebbe ugualmente alla decadenza (allungandone i tempi di un mese), e che eviterebbe le discussioni sulla costituzionalità della Severino. Una soluzione di buonsenso che è subito stata rispedita al mittente dal presidente della Giunta, Dario Stefano, e dal Partito democratico. Il ritornello non cambia: decadenza al più presto, o morte. Per i democratici nessun compromesso è possibile. Guadagnare un mese - Ma che cosa cambierebbe, in concreto, con quello che è già stato ribattezzato "lodo Buemi"? Di fatto questa strada  renderebbe l'operatività delle decisione della Giunta sospesa fino a quando la Corte d'Appello di Milano, dopo aver rideterminato gli anni di interdizione (come chiesto dalla Cassazione), farà scattare al Senato la comunicazione della cancellazione di Berlusconi dalle liste elettorali. Il Cav, insomma, potrebbe guadagnare un mese di tempo: la decisione del Tribunale d'Appello di Milano è attesa per il 19 ottobre. E l'ex premier è alla ricerca disperata di tempo, per organizzare Forza Italia e, soprattutto, per studiare con Giorgio Napolitano possibili vie d'uscita che possano salvaguardare il suo futuro politico e quello del governo Letta. L'iter - La proposta del "lodo Buemi", dunque, è quella di posporre la questione dell'incandidabilità e quella dell'interdizione facendola valutare, a norma di regolamento, a un comitato ristretto della Giunta presieduto dalla vicepresidente, Stefania Pezzopane. Successivamente, i componenti potrebbero votare la decadenza di Berlusconi a motivo della sua interdizione "con efficacia differita al momento in cui il segretario comunale del Comune di Milano comunicherà al Presidente del Senato che ha cancellato dalle liste elettorali il senatore Berlusconi". Buemi ha spiegato: "Se l'unanimità rappresenta una garanzia, politica prima ancora che giurdica, avremo tutti incassato equamente la nostra porzione di risultato". Il "niet" - Inizialmente il socialista si era mostrato ottimista: "Credo che la mia proposta abbia ricevuto apprezzamenti inaspettati dal Movimento 5 Stelle. Siamo tutti concordi, credo, nella difesa dell'autonomia del Parlamento". E ancora: "La mia proposta oltre ad avere dei supporti giuridici inconfutabili ha anche un obiettivo politico". Subito dopo l'ottimismo, però, la doccia fredda. Doppia bocciatura: del Pd e del presidente Stefano. Per i democratici ha parlato Danilo Leva, presidente del Forum Giustizia del Pd: "Non vi sono strade alternative rispetto al percorso stabilito in Giunta. Si tratta di una soluzione impraticabile". Quindi la chiusura di Stefano, di cui ha dato conto il senatore del Pd, Felice Casson, in prima linea nella battaglia anti-Cav: "Stefano ha respinto il lodo Buemi" poiché lo ha reputato "non accoglibile e infondato poiché fuori dal regolamento della Giunta e del Senato". Il rilancio - Buemi, da par suo, non molla e fa sapere che valuterà se adire la Giunta del regolamento del Senato dopo che il lodo da lui proposto è stato dichiarato irricevibile. "La mia proposta - ha spiegato - è stata considerata interessante in tutti gli interventi che si sono susseguiti in riunion. Ci sono ancora i tempi per valutarla meglio - ha aggiunto -. Valuterò se adire la Giunta del regolamento in una posizione dialettica con Stefano, che io stimo, ma la garanzia dei procedimenti è fondamentale". Il socialista ha concluso aggiungedo che vorrebbe anche ascoltare la replica del Pdl Andrea Augello, prevista per mercoledì, "nella consapevolezza, tuttavia, che i tempi sono stretti". La "colomba" - Come detto, il "lodo Buemi", permetterebbe di aggirare la questione della retroattività della legge Severino, sbandierata da Pd e M5S per ottenere subito la testa del Cav ma impugnata dal Pdl poiché ritenuta incostituzionale (per quel che concerne la retroattività, appunto). Buemi, ancora una volta, in Giunta si mostra "colomba". Già prima dell'inizio dei lavori aveva cercato una mediazione tra i partiti di maggioranza delle larghe intese, e lo scorso 10 settembre denunciò le pressioni che arrivavano da sinistra per far decadere il prima possibile Berlusconi e, di conseguenza, per far cadere il governo.

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