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Gad Lerner lascia il Pd: "Ius soli è una promessa mancata"

Giovanni Ruggiero
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Era dai tempi della nascita del Partito democratico che Gad Lerner rinnovava la sua brava tessera, puntuale ogni anno. Stavolta però l'ex direttore del Tg1 ha preso una decisione drastica, scegliendo di non versare più il suo contributo da militante Dem. Lo strappo del giornalista sarebbe dovuto alla nuova linea del partito di Matteo Renzi in tema di immigrazione. In un'intervista al sito nigrizia.it, Lerner racconta che ha provato a resistere in tutti i modi, negli ultimi mesi aveva buttato giù tanti bocconi amari, restando sempre al suo posto da militante con la bandierina: "Io che avevo visto male la scissione - racconta - né ho considerato motivi sufficienti per un divorzio le riforme istituzionali e il jobs act, ora, per rispetto alla mia gerarchia di valori, mi vedo costretto a malincuore a separarmi dal partito in cui ho militato dalla sua nascita". Da quando Renzi è stato confermato segretario del Pd, secondo Lerner c'è stato una "involuzione della politica del Pd sui diritti umani e di cittadinanza", una degenerazione che "costituisce per un ostacolo insormontabile". Inaccettabile per il giornalista militante anche la presunta campagna del governo Gentiloni contro le Ong, costrette dice: "a vincoli non contemplati dal diritto internazionale né dai codici di navigazione". Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza di Lerner è stata la mancata approvazione dello Ius soli: "Una promessa non mantenuta". L'addio di Lerner al partito renziano non fa altro che alimentare i sospetti sollevati dai retroscena di inizio estate. Il giornalista era dato sempre più vicino a Laura Boldrini, ormai convinta - probabilmente dallo stesso Lerner - di poter diventare la guida morale e politica della Sinistra italiana. In diverse interviste la presidenta non avrebbe nascosto il suo desiderio di candidarsi a un possibile congresso di un soggetto politico tutto ancora da inventare, di sicuro a sinistra. 

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