Carlo Calenda dalla Annunziata, il sospetto malizioso: nuovo premier
Non si candida, Carlo Calenda, ma forse sarà premier. Non busserà alla porta del Parlamento", il ministro dello Sviluppo, e il legittimo sospetto è che attenda che per lui si apra il portone di Palazzo Chigi puntando tutto sulla nuova legge elettorale e uno scenario da "grande coalizione" dopo il voto. "Io non mi presento al 100%" alle prossime elezioni, ha assicurato Calenda domenica pomeriggio a Raitre da Lucia Annunziata a In mezz'ora. "È giusto perché ogni cosa che faccio sarà interpretata in questo modo: vuole prendere voti". Il sospetto malizioso è che Calenda però non agisca per altissimo rispetto istituzionale, ma per un (legittimo) calcolo personale e politico. Scelto da Renzi, confermato da Gentiloni, profilo tecnico con stima bipartisan (più d'uno, a cominciare da Matteo Renzi, l'aveva indicato come candidato premier ideale di un nuovo raggruppamento centrista) e buone entrature anche nel centrodestra moderato: non ci sarebbe da stupirsi se in caso di mancanza di maggioranza omogenea, Pd, Forza Italia e Ap si ritrovassero "costretti", sempre ammesso che abbiano i numeri, a puntare su di lui per una nuova stagione di larghe intese all'italiana. Con la benedizione, peraltro, di Bruxelles e cancellerie europee.