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Di Maio, quell'incontro segreto col segretario di stato Vaticano. Il disgelo, poi... la mossa del grillino

Eliana Giusto
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Il cardinale segretario di Stato della Santa Sede, Pietro Parolin, ha visto ieri 15 novembre a Washington il candidato premier del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio. Nell'incontro, il candidato premier del M5S ha toccato tutti i temi già affrontati con i membri del Dipartimento di Stato Usa. Consapevole delle "falsità che vengono raccontate sul M5s", l'obiettivo del capo politico pentastellato - secondo quanto rivelano fonti presenti all'incontro - è stato quello di chiarire tutti i punti più importanti in politica estera - e non solo - e avviare così un'opera di disgelo con il Vaticano. In particolare, Di Maio ha assicurato a un Vaticano preoccupato per le posizioni sui migranti assunte dall'ultradestra che i Cinquestelle nulla hanno a che spartire con i populisti europei, e che il M5S si riconosce in una forza politica moderata, né di destra né di sinistra. La volontà dei Cinquestelle è di restare nella Nato e nell'Unione europea, ha sottolineato Di Maio nel colloquio con il Cardinale. In questo quadro, ha spiegato il Cinquestelle, gli Usa si configurano come un alleato fondamentale per il M5S che rifiuta qualsiasi isolazionismo. Di più. Di Maio ha infine assicurato il Segretario di Stato vaticano che il Movimento 5 Stelle sarà in grado di garantire all'Italia un governo dopo le elezioni, se dovesse risultare la prima forza politica del Paese. Anche fonti interne alla Santa Sede hanno confermato il faccia a faccia. Parolin si trovava negli Usa per l'assemblea della Conferenza episcopale che quest'anno celebra il suo centenario. I rapporti fra M5S e Vaticano si erano raffreddati mesi fa dopo le dichiarazioni di Beppe Grillo che aveva paragonato i Cinquestelle ai francescani. A maggio il garante aveva affermato che il M5S "sta con gli ultimi, come Papa Francesco". Ed è di oggi una nota dei deputati e dei senatori M5S che plaudono alle dichiarazioni del pontefice sul fine vita: "Le parole del Papa sono chiarissime, ora il Parlamento faccia suo dovere".

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