Roma, 10 ott. (Adnkronos/Ign) - Scontro alla Camera durante l'esame del ddl che riforma la disciplina del finanziamento ai partiti. A scatenare la bagarre il deputato del Movimento 5 stelle Riccardo Fraccaro, che ha rivolto duri epiteti ("ladri") ai partiti della maggioranza. Vani i richiami della presidente di turno, Marina Sereni, costretta a sospendere la seduta. La Conferenza dei capigruppo della Camera ha poi deciso di riprendere i lavori alle 14. "Mi auguro che alla ripresa il clima dell'Aula sia diverso", avverte Sereni aggiungendo che "non saranno tollerate in Aula ingiurie nei confronti del Parlamento e dei parlamentari". Ma la polemica tra grillini e le altre forze politiche non accenna a placarsi. A questo proposito la presidente della Camera, Laura Boldrini, ha richiamato tutti al senso di responsabilità, invitando a non rispondere alle provocazioni e assicurando l'applicazione del regolamento che prevede il richiamo all'ordine, poi il togliere la parola e infine l'espulsione dall'Aula. Boldrini ha anche annunciato che investirà l'Ufficio di presidenza e la Giunta del Regolamento di quanto accaduto questa mattina. "Avevamo chiesto la seduta fiume finchè non si finisce il provvedimento, non l'hanno voluta nemmeno votare", attacca il 5 stelle, Riccardo Nuti, ricordando, a proposito di quanto avvenuto in Aula, che "bastava applicare il regolamento, mentre Speranza ha voluto la convocazione della Capigruppo per rinviare il provvedimento, perchè non trovano l'accordo. Vorrà dire che non li chiameremo ladri, diremo quelli che non rispettano il settimo comandamento". Accuse rispedite al mittente dai capigruppo del Pd, Roberto Speranza, e di Scelta Civica, Lorenzo Dellai. "La seduta fiume -ricorda il primo- si fa quando c'è ostruzionismo e l'ostruzionismo lo stanno facendo i 5 stelle. In realtà è stato smascherato il loro disegno, perchè l'approvazione di questa riforma, che è un ddl del governo, fortemente voluto da Letta, toglie loro una ragione di propaganda. Il loro obiettivo non è risolvere i problemi dell'Italia ma avere una ragione di propaganda". Concorda Dellai, secondo il quale emerge la "chiara volontà" dei 5 stelle di "impedire l'approvazione di questa legge". L'esponente di Scelta civica sottolinea poi con forza che "non può essere lasciato impunito l'atteggiamento di chi denigra i colleghi. Non può essere definito ladro anche chi fosse contrario a questa legge". Appena consumato lo scontro in Aula dopo che Fraccaro aveva chiamato "ladri" i deputati del Pd, Speranza aveva scritto su Twitter: "Vergognosi insulti dei grillini in Aula". Mentre Alessandro Di Battista (M5S), lasciando l'Aula di Montecitorio, ha detto che i grillini sono stati "minacciati" da deputati del Pd che "gridavano 'dovete morire', 'vi aspettiamo fuori', 'vi ammazziamo'. Emanuele Fiano ha fatto da pacere ed è stato un grande, perché va riconosciuto che non sono tutti uguali". Anche Riccardo Fraccaro, da parte sua, affida alla Rete il racconto dei fatti. E la sua difesa. "Io ne ho viste di cose.... Durante il mio intervento in Aula Pd, Pdl, Sel e Scelta civica sembravano sull'orlo di una crisi isterica - ha scritto sulla sua pagina Facebook- . Eppure mi sono limitato a smontare pezzo per pezzo un provvedimento farlocco come quello sul finanziamento pubblico ai partiti". "Quando ho detto chiaro e tondo che il saccheggio dei soldi pubblici continua - ha scritto ancora Fraccaro - il partito unico ha perso la testa: urla da stadio, insulti, addirittura un deputato con una scarpa in mano! Ecco la frase incriminata: 'Noi siamo saliti in alto per difendere la Costituzione, ci avete chiamato moralisti e multati per questo. Voi invece vi arroccate nel bunker per tenervi stretto il malloppo, e noi continueremo ad opporci e a chiamarvi ladri'. Possono strepitare quanto gli pare, io glielo ridico altre cento volte!".