Matteo Renzi, il retroscena sulla svolta del segretario Pd: "Toni più bassi e più realismo"
Gli ultimi sondaggi per il Pd e soprattutto per Matteo Renzi hanno portato anche qualche buona notizia. Certo restano i numeri impietosi, si veda ad esempio la rilevazione di Euromedia research di Alessandra Ghisleri che stima gli elettori incerti del Pd in circa l'8% dell'intero bacino elettorale, più o meno due milioni. Bisogna essere degli inguaribili ottimisti per vedere un aspetto positivo in questi numeri, che per il momento condannano Renzi a una sconfitta certa e alle dimissioni anche dalla segreteria un minuto dopo la chiusura dei seggi. Leggi anche: Renzi, la frase rubata su Berlusconi: "Fa bene a..." La speranza però è sempre l'ultima a morire, soprattutto in via del Nazareno. Quei due milioni di voti in fondo non sembrano così irrecuperabili, soprattutto dopo l'ultimo recupero di quasi un punto guadagnato in una settimana. Tutto merito di una leggera modifica allo stile della campagna elettorale renziana, come riporta La Stampa, sempre più concentrata a evitare promesse impossibili da realizzare e orientata su toni sempre più bassi: "Punterò tutto su conncretezza e credibilità - avrebbe detto Renzi ai suoi - voglio ispirare la campagna elettorale al principio del realismo". Leggi anche: Alessandra Ghisleri, basta balle su Berlusconi: ecco a quanto è davvero Non manca chi è pronto a scommettere che il "bomba", come lo chiamavano a Firenze, non resisterà a lungo a tenere il nuovo profilo da politico moderato. Ma ci sono analisti che spiegano con almeno due motivi la svolta renziana e il suo senso. Il primo basato sull'intuito dell'ex premier, consapevole che in questa campagna elettorale esiste una larga parte di elettorato che non sopporta più le sparate. Il secondo è una miracolosa autocritica al suo primo anno di governo, passato a cannoneggiare su tv e giornali a suon di annunci. Quel periodo è finito, Renzi sta provando a farsene una ragione e piano piano le cifre sembrano dargli ragione, almeno un po'.