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Luigi Di Maio incontra le coop rosse: svolta sinistra del Movimento 5 Stelle, cosa c'è dietro

Giulio Bucchi
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Si avvicina il voto, la maggioranza è a un passo e per Luigi Di Maio arriva il giorno del grande passo, verso sinistra. Il candidato premier del Movimento 5 Stelle ha incontrato gli esponenti delle Coop dell'agroalimentare emiliano-romagnolo, quelle stesse Coop rosse, potentissime e ramificate in ogni settore produttivo e sociale italiano, che il suo ex leader Beppe Grillo definì "peste rossa". Lo stesso Di Maio, in piena Mafia Capitale, partì all'attacco sostenendo che "per fermare l'ennesima Tangentopoli occorre mettere le mani nelle coop". Leggi anche: Bella democrazia, così Di Maio ha taroccato le liste M5s E ora? Tutto dimenticato, forse per un bel pugno di voti o in nome della realpolitik che si addice a un candidato ormai "istituzionale". Come riporta non senza vena polemica il Giorno, alle porte di Bologna Di Maio ha stretto le mani a Mauro Lusetti (presidente nazionale Legacoop), Maurizio Gardini (Alleanza cooperativa) e Gianpiero Calzolari (boss di Granarolo e presidente di BolognaFiere), poi ha partecipato a un sit-in con i sindacati davanti alla Breda Menarini, occasione ghiottissima per sostituirsi al Pd e ai partiti della sinistra tradizionale come paladino dei lavoratori. Un blitz nel cuore dell'Emilia rossa, una delle poche roccaforti rimaste a Matteo Renzi e compagni. "Le coop sono importantissime - ha detto Di Maio, nella sua ultima strabiliante giravolta governativa -. Stanno inserendo nei propri codici etici il divieto di finanziamento alle forze politiche. Si tratta di migliorare un settore e proteggerne la ricchezza". "Siamo distanti? Ci conosceranno e saremo di meno il loro bersaglio. Parliamo con tutti", ha commentato sibillino Lusetti. "Credo però che potremo essere apprezzati - assicura Calzolari -. Nel momento in cui si vuole governare si passa dalle parole in libertà alla necessità di approfondimento".

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