Povertà: Ippolito, in Sicilia nessun assistenzialismo, vogliamo dare lavoro (2)
(AdnKronos) - "Analizzare il dato sulla povertà è piuttosto difficile e complesso - spiega il dirigente generale del Dipartimento regionale della Famiglia e politiche sociali Mario Candore - E' un dato che dipende da diversi fattori, prima di tutto la crisi economica che ha investito l'isola in questi anni, e che fa i conti con fenomeni come la dispersione scolastica, situazioni di disabilità e problemi di salute". La Sicilia è dunque sì la Regione con un gran numero di famiglie vicine alla soglia di povertà ma l'amministrazione, sottolinea Candore, "in questi anni ha fatto la sua parte per venire incontro alle esigenze dei cittadini". Per quanto riguarda il Sia, ad esempio, "tutti i distretti hanno presentato progetti e tutti sono stati approvati - afferma il dirigente regionale - Abbiamo chiesto, e ottenuto, dal Ministero che il rapporto fra popolazione e assistenti sociali passasse da 1 ogni 10mila a 1 ogni 5mila". La macchina per il Reddito d'inclusione che, evidenza Candore, "prevede un'azione più inclusiva da parte della Regione e che interesserà un maggior numero di famiglie rispetto al Sia", si è già messa in moto. Cinque incontri si sono già tenuti in alcune province dell'isola con gli addetti ai lavori per spiegare la misura e renderne più facile la messa in pratica. E al Dipartimento regionale sono già a lavoro per predisporre il Piano triennale della povertà che dovrà essere consegnato entro marzo 2018. "Le prime linee sono state tracciate ma dovranno essere discusse e concordate con le parti sociali" evidenzia Candore che sul piano preferisce non dare alcuna anticipazione se non che "terrà conto di tutte le sfaccettature della povertà: lavoro, dispersione scolastica, salute, disabilità". Il Rei, conclude, "è un patto sociale tra lo Stato e i cittadini che prevede l'erogazione di un contributo mensile in cambio della messa in atto di una serie di modelli per uscire dallo stato di povertà".