Paolo Becchi: Prodi, Monti, Napolitano, comunque andrà il voto saranno loro gli sconfitti
Non riescono ad accettare il fatto che le prossime elezioni, comunque andranno, chiuderanno un ciclo politico, cominciato nel 2011. E, per questo, hanno una paura tremenda. Di chi stiamo parlando? Di coloro che hanno comandato la politica italiana dell' ultimo decennio, che hanno fatto e disfatto i governi, diretto gli organi di stampa, imposto con la forza nel Paese miseria e austerità. Sono loro oggi ad aver paura. A tremare è Napolitano, il quale si è affrettato, nei giorni scorsi, ad agitare lo spettro «della governabilità e della stabilità politica dell' Italia» per chiedere un Gentiloni-bis; a tremare è anche Mario Monti. Ossia i due principali artefici del colpo di Stato contro l' ultimo governo democratico avuto nel nostro Paese, quello Berlusconi. Tradimento - Napolitano avrebbe dovuto essere messo in stato d' accusa per alto tradimento, come del resto qualcuno aveva chiesto, all' epoca, presentando la richiesta di impeachement. E se nessuno dei due può essere accusato di attentato contro la Costituzione dello Stato ai sensi del codice penale, è solo perché, nel 2006, l' introduzione di una piccola modifica all' art. 283 c.p. consente oggi di punire soltanto chi commette un «fatto diretto e idoneo a mutare la Costituzione dello Stato o la forma di Governo» «con atti violenti» e non più, come nella formulazione precedente, «con mezzi non consentiti dall' ordinamento costituzionale dello Stato». I mezzi non consentiti sono dunque oggi tollerati: del resto, Napolitano & Co., non hanno mai rinunciato ad avvalersene. Sono persino giunti a fare di Romano Prodi un «padre della patria» e a risuscitarlo: Prodi, colui che dopo aver distrutto l' IRI, ha distrutto, grazie all' Euro, l' Italia. Leggi anche: Mario Monti: "Perchè Giorgio Napolitano mi chiamò nel 2011" Perchè astenersi - Gli italiani non hanno però dimenticato: sono inutili i tentativi di giornaloni e televisioni che ormai invitano a non andare a votare, perché tanto non cambierà nulla e Gentiloni rimarrà lì, proprio come Napolitano rimase lì al suo posto. È ancora Eugenio Scalfari, a dettare la linea della stampa: la «buona politica» è quella dei Gentiloni e dei Minniti, ripete ormai da mesi. Gentiloni è l' uomo giusto, insomma, per chi vorrebbe che non finisse la stagione dei governi del Presidente, cominciata nel 2011. Ma non andrà così: la vendetta non sarà divina come il perdono, ma gli italiani oggi vogliono politicamente vendicarsi del male e delle umiliazioni che sono stati costretti a subire da anni di sospensione della democrazia. Si vendicheranno, statene certi. Ma come? In fondo, sia votare il M5s che votare il Centrodestra sono due modi, diversi, di sbarazzarsi di quella trama di nomi, di poteri occulti, che va da Napolitano a Renzi, dal Colpo di Stato del 2011 all' ultimo dei governi non eletti. Solo che le strade portano in due direzioni diverse: più Europa, con i 5 Stelle; più Italia, con la coalizione di Centrodestra. Le posizioni sono chiare. Sia ora il popolo a decidere. Fascismo, antifascismo, razzismo, antirazzismo, sono solo armi (spuntate) di distrazione di massa. Di Paolo Becchi