Matteo Renzi, la strategia per affossare il Pd: la mossa del granchio, a chi la farà pagare
Nel Pd tutte le attenzioni dei big sono concentrate sulle prossime primarie per l'elezione del segretario che prenda il posto del dimissionario Matteo Renzi. Ed è proprio l'ex premier a mettere in chiaro quali siano le sue intenzioni. Ospite a Di Martedì da Giovanni Floris, Renzi ha messo subito in chiaro: "Io non correrò alle primarie che decideranno il prossimo leader del Pd". Leggi anche: Boschi, perché non si vuole candidare a segretario del Pd La linea renziana, illustrata in contemporanea anche da Maria Elena Boschi a Porta a porta, spinge sulla candidatura di Paolo Gentiloni come prossimo segretario Dem, unico volto davvero presentabile in un partito ridotto in macerie. Il passo indietro di Renzi non deve però illudere: l'ex segretario non è diventato da un giorno all'altro tanto modesto da essere disposto a un passo indietro. I maligni vedono nella sua posizione una strategia ben definita. Sul futuro del Pd ci sono nubi sempre più cupe. Di certo non aiuta l'intenzione di Gentiloni di aprire a tutti gli scissionisti, da Bersani a Grasso, per rimettere insieme una nuova coalizione di centrosinistra. Se l'operazione di Gentiloni dovesse andare in porto, Renzi potrebbe perdere il controllo del suo partito. A quel punto l'unica via d'uscita sarebbe la famigerata formazione di un movimento, magari alleato alle altre forze di sinistra, ma quanto più indipendente dalle mire di vendetta dei dalemiani.