Silvio alle strette
Roma, 9 mag. (AdnKronos) - Nuova giornata di riflessione per Silvio Berlusconi ad Arcore. Sul tavolo sempre la linea da tenere di fronte al pressing di ora in ora più asfissiante di Lega, parte di Fi, quella più filosalviniana, e M5S, per spingere il Cav al 'passo di lato' necessario per far partire un governo giallo-verde. Da Milano il leader azzurro resta in contatto con Roma, in particolare con Gianni Letta, suo emissario al Colle. Anche se circolano con insistenza le voci di una possibile intesa tra Carroccio Cinque stelle e Fi, alimentate dal fatto che Luigi Di Maio per la prima volta parla di "nessun veto" verso il presidente di Forza Italia, a Villa San Martino assicurano che la posizione non è cambiata rispetto alla nota diffusa ieri a fine serata: 'no' secco all'appoggio esterno, "a veti e teatrini". Linea confermata da Maria Stella Gelmini, nella riunione dei deputati. Il 'no' al sostegno esterno, però, fanno notare fonti azzurre, non esclude che alla fine, con le dovute garanzie, Fi possa aprire ad altre formule di impegno, tipo l'astensione "benevola" che dia il via libera all'esecutivo politico Salvini-Di Maio dopo un patto stretto tra il Cav e il segretario di via Bellerio. La trattativa, insomma, non è chiusa, continua a ritmo serrato e potrebbe andare per le lunghe. Berlusconi, infatti, riferiscono, prende tempo e preferisce per ora tenersi le mani libere, perché vuol vederci chiaro sulle proposte di accordo che gli emissari leghisti gli stanno portando all'esame in queste ore. L'ex premier non si fida fino in fondo di nessuno, fiuta il trappolone dietro l'angolo e non accetterebbe mai una resa incondizionata, ma per senso di responsabilità e il bene del Paese, d'intesa con il Colle, potrebbe valutare l'opportunità di venire incontro alle richieste della Lega.