Matteo Salvini e Luigi Di Maio, il problema del premier terzo. M5s, il brutto sospetto: "Lui no, si venderebbe subito"
Caccia al premier terzo. Matteo Salvini e Luigi Di Maio si vedranno oggi a Milano, e forse ripeteranno il vertice anche domenica per trovare la quadra sul governo di M5s e Lega. In ballo, più che il programma (abbastanza definitivo) c'è proprio il nome del presidente del Consiglio da proporre a Sergio Mattarella. Trattativa complicata, tra veti incrociati e possibili dubbi sollevati dal Colle. Anche per questo, scrivono alcuni retroscenisti, potrebbe venir chiesta (e accordata) al Capo dello Stato una nuova proroga di qualche ora, con presentazione del pacchetto completo non più entro domenica sera ma per lunedì. Leggi anche: Giallo sul "premier terzo". Occhio, spunta il berlusconiano L'idea della staffetta è tornata a galla, con Di Maio che punta ancora alla poltrona più importante (con tanto di ricatto a Fratelli d'Italia) e Salvini che ribatte proponendosi come primo premier, pronto a lanciare poi il partner grillino. Ipotesi complicatissima. La Lega propone anche Giancarlo Giorgetti, ma i 5 Stelle frenano. Riprende quota, se mai l'ha persa, la carta di un "tecnico", anche se come sottolinea il Fatto quotidiano Elio Lannutti, neo-senatore grillino molto ascoltato dai vertici del Movimento 5 Stelle, pone un brusco stop: terzo sì, "purché non sia un tecnico, che si venderebbe alla prima occasione utile". A chi (Mattarella, Bruxelles, Berlusconi?) non è dato saperlo, resta il fastidioso sapore del complotto in bocca.