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M5s e Lega, il retroscena sulla "bozza-fantasma". Il deputato grillino: "Era solo un...". Ma siamo seri?

Giulio Bucchi
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Un "programma dei sogni", per chi spera in una rottura con i vincoli dell'Unione europea, o un "programma degli incubi" per chi teme i riflessi brutali dei mercati finanziari (ricordate il ricatto dello spread nel 2011?). La bozza del contratto tra Lega e M5s, poi smentita in quanto solo "provvisoria" e superata, prevedeva misure clamorose come l'uscita dall'euro, la richiesta alla Bce di Mario Draghi di cancellare 250 miliardi di titoli di Stato italiani, la modifica dei trattati europei su Patto di stabilità, Fiscal Compact e Mes. Tutte misure clamorose, che hanno subito agitato Bruxelles e i Palazzi romani. La motivazione fornita da un deputato del Movimento 5 Stelle, allarmato, fa sorridere: "Era un copia incolla di entrambi i programmi, quella bozza non fa fede". Leggi anche: Ue, affondo su Lega e M5s. Borghi reagisce: "Basta con Monti e Fornero" Resta la sensazione che tra i due partiti, il M5s sia il più cauto nell'affrontare i nodi Italia-Ue (cauto uguale timoroso) e la Lega la più garibaldina. Non a caso, il falco Claudio Borghi, economista, eurodeputato e onorevole leghista, l'ha detto a chiare lettere: "Non vorremmo restare soli quando ci sarà da combattere con Bruxelles". Un brutto sospetto che, bozza o non bozza, non mette sotto i migliori auspici il governo del cambiamento gialloverde.

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