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Matteo Salvini, la spina nel fianco nella Lega: la fronda anti-grillina che odia Luigi Di Maio

Giulio Bucchi
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Per ora Matteo Salvini è riuscito a far sparire il problema, ma la contraddizione nella Lega è evidente. Una parte importante, e agguerrita, del partito vede il Movimento 5 Stelle come il nemico, puro fumo negli occhi. È Italia Oggi ad alzare il tappeto e scoprire la polvere del Carroccio. È il Veneto la "fronda anti-grillina" del partito, una bomba ad esplodere alla prima occasione buona. Leggi anche: "Non ci riconosciamo più in Salvini", chi dice addio alla Lega Nella regione governata (anzi dominata) da Luca Zaia, i 5 Stelle hanno dichiarato guerra alla Lega per la legge elettorale regionale, ma è solo l'ultimo pretesto. In consiglio regionale sono apparsi cartelli "Chi l'ha visto" indirizzati a Zaia e dalla Lega il capogruppo Nicola Finco ha battezzato a modo suo i grillini: "Siete dei pagliacci, dove governate fate disastri". Nel Movimento la pensano allo stesso modo: almeno in Veneto, "mai con la Lega". "Sono un soldato e faccio quel che mi dice il Movimento - spiega il capogruppo M5s in Regione Jacopo Berti - ma non mi si può chiedere di cambiare radicalmente idea rispetto a tutto quel che abbiamo detto e fatto in questi anni in Veneto, dove la Lega non è il partito antagonista che vediamo a Roma, ma il tassello fondamentale di un sistema di potere che domina la Regione da 20 anni. Può creare dei problemi? Lo capisco e mi dispiace. Ma su Pedemontana, Mose e Banche popolari, io non arretro di un centimetro". Aveva addirittura minacciato dimissioni in caso di accordo a Roma, per ora congelate. Come il dissenso di una parte importante, se non fondamentale, della Lega al Nord.

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