Di Maio: "Non si possono chiudere porti a nave italiana"
Roma, 11 lug. (AdnKronos) - "Non è immaginabile chiudere l'ingresso a una nave italiana". Il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, ospite di Omnibus su La7, interviene sul caso della nave Diciotti sulla quale sono stati trasferiti i migranti soccorsi dalla Vos Thalassa intervenuta in acque Sar libiche anticipando l'intervento della guardia costiera libica che era già stata allertata. "Se si tratta di una nave italiana, che è intervenuta in una situazione che dovremmo chiarire, bisogna necessariamente farla sbarcare" dice Di Maio, puntualizzando come i porti non siano "chiusi, lo sono alle ong che non rispettano le regole". Quanto alla necessità di far sbarcare i migranti a bordo della nave della Guardia costiera italiana, Di Maio precisa: "Non è un titolo contro Salvini, non è immaginabile chiudere l'ingresso a una nave italiana, ma condivido tutte le perplessità su quello che sta accadendo nel Mediterraneo". La Diciotti era stata inizialmente raggiunta dall'altolà del Viminale per attraccare nei porti italiani. Ieri, al termine del vertice sui migranti a Palazzo Chigi, è stato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli a spiegare che non ci sono distanze con il ministro dell'Interno. Salvini "pensava che l'intervento della Guardia costiera italiana fosse stato conseguente a una richiesta di salvataggio - ha detto Toninelli - mentre si trattava di un intervento di ordine pubblico e di sicurezza". La Guardia costiera, in altre parole, è intervenuta "per salvare la vita dell'equipaggio, minacciato di morte. Si è trattato, dunque, di un'operazione di polizia giudiziaria" visto che "ho dato mandato per fermare i colpevoli delle minacce di morte". Inizialmente il responsabile del Viminale "non era a conoscenza di quel che vi ho detto, pensava fosse il solito intervento di salvataggio mentre, in realtà, era di ordine pubblico" e "pensiamo ci saranno fermi e arresti a carico di chi ha minacciato l'equipaggio". TRENTA - Sulla questione migranti interviene oggi anche la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, che in una intervista ad 'Avvenire' sottolinea: "Il Mediterraneo è sempre stato un mare aperto e continuerà ad esserlo. La strada è regolamentare, non chiudere". "L'apertura - osserva - è la sua ricchezza. La parola accoglienza è bella, la parola respingimenti è brutta. Poi accogliere si può declinare in mille maniere. E si può, anzi si deve, legare accoglienza a legalità". Sulla vicenda della Lifeline, Trenta dice: "Serviva dare una scossa all'Europa. E la forzatura ha un senso, una sua forza. Ma nessuno ha mai abbandonato i migranti. La nostra Guardia costiera è sempre stata vicina a quegli uomini e a quelle donne e a quei bambini. L'Italia non si gira dall'altra parte. Non l'ha fatto e non lo farà". Riguardo alla questione delle Ong, la ministra della Difesa dice "basta a una eccessiva demonizzazione che non mi convince e non mi piace. Ci sono una maggioranza di organizzazioni luminose. Poi c'è anche qualche mela marcia che sfrutta l'emergenza migranti per fare business. La sfida - lo ripeto - è coniugare accoglienza e rigore. E capire che a volte si agisce per il bene e non sempre si arriva al bene. Soprattutto se manca un'azione coordinata".