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Sergio Mattarella, l'inchiesta sui troll: come possono 18mila tweet influenzare qualcosa?

Davide Locano
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L'ossessione-troll agita le procure italiane. Si parla degli attacchi a Sergio Mattarella piovuti su Twitter da account creati ad hoc nei giorni in cui il M5s gridava all'impeachment. Ma ad ora nessuna evidenza fa pensare all'azione di hacker russi (semmai una delle ipotesi di immagini è che l'Ira - Internet Research Agency, agenzia di San Pietroburgo legata a uomini di Vladimir Putin - si sia avvalsa di esperti italiani volati in Russia). Ma, come detto, la procura di Roma ha aperto un'indagine, come è noto, per offesa all'onore del presidente della Repubblica. Leggi anche: Mattarella, il giornalista italiano dietro agli attacchi: la bomba di Dagospia Su cosa si indaga, di preciso? Su 18mila tweet diffusi da falsi profili per "influenzare l'opinione pubblica", sostengono. Messaggi diffusi da 360 profili fake creati nella notte del 27 maggio. Insomma, che qualcosa sia successo appare certo. Ma si dovrebbe ragionare anche su altre cifre. Gli aventi diritto al voto, lo scorso 4 marzo, erano 46 milioni di italiani. Ad oggi, risultano 3,5 milioni gli italiani iscritti a Twitter (e, ovviamente), non sono tutti attivi. Ergo, quei 18mila tweet avrebbero potuto intercettare al massimo 3,5 milioni di utenti (non è dato sapersi quanti di questi maggiorenni, dunque con diritto di voto). Cifre risibili, in tutta sincerità, sia per quel che riguarda il caso del presunto "assedio digitale" a Mattarella, sia per quel che riguarda eventuali influenza sul voto del 4 marzo. Eppure, per la procura, quei 18mila tweet hanno un enorme peso specifico...

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