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Alberto Bonisoli, il ministro grillino: "Immigrati infestanti come le piante esotiche"

Matteo Legnani
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Si apre un nuovo caso nel governo. E' quello del ministro della Cultura, il 5 Stelle Alberto Bonisoli. Che parlando a Palermo a un incontro pubblico ha usato una metafora per descrivere, a suo dire, il fenomeno migratorio. Bonisoli ha paragonato gli immigrati alle piante esotiche che "senza un processo artificiale che ne regoli l'acclimatamento possono finire per essere infestanti, manifestando così i loro effetti negativi per le specie di casa". Un accostamento, quello immigrati-piante, che farà urlare allo scandalo i benpensanti di sinistra stile Boldrini e Kyenge. Ma che, di per sè, non può che far godere quanti, come i compagni di governo leghisti, ritengono che l'immigrazione senza regole sarebbe un disastro. Non fosse che Bonisoli non s'è limitato a questo, ma con buonismo peloso tipicamente 5 Stelle ha aggiunto che i processi culturali possono agevolare e accelerare l'integrazione: "La cultura può essere modo per accelerare questa modalità di acclimatamento - ha aggiunto -, il dialogo interculturale può aiutare a superare questa situazione. Noi vogliamo che attraverso la diversità che è una ricchezza si ottenga un'altra ricchezza che è la crescita del tessuto sociale e della qualità della vita. C'è una concreta opportunità di farcela e la cultura è uno degli elementi che può aiutare questo processo". E bravo Bonisoli: come farsi nemici da una parte (sinistra) e dall'altra (Lega). Ma Di Battista e Fico che dicono? Leggi anche: Bonisoli e Bussetti, la solitudine dei ministri dimenticati da Conte

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