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Luigi Bisignani e la rivolta contro il governo: "Atto di guerra", chi manderà a casa Lega e M5s

Giulio Bucchi
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"Solo il fascismo aveva osato tanto". Luigi Bisignani, che certo non è tacciabile di simpatie comuniste, sul Tempo si scaglia in un attacco frontale al governo di Lega e M5s, che secondo l'editorialista starebbero per dover fronteggiare una rivolta in grado di far tremare Palazzo Chigi. A guidarla sarà, spiega, il mondo dello sport. Motivo: il governo ha deciso di "togliere l'autonomia al Coni, condannandolo così a diventare un carrozzone lottizzato come la Rai, senza neppure una commissione parlamentare di vigilanza che controlli". Leggi anche: "Cosa teme Mattarella". Bisignani, retroscena tellurico su Palazzo Chigi In ballo c'è una grossa questione di soldi, e il retroscena di Bisignani è succulento. Inscenando un immaginario dialogo tra Alcide De Gasperi e Giulio Andreotti, l'uomo che sussurrava ai potenti scrive: che il sottosegretario leghista Giancarlo Giorgetti, l'uomo dietro al provvedimento, "non ne può più di molti suoi colleghi e che forse l'hanno costretto, finendo per fare una brutta figura con il Presidente del Coni Giovanni Malagò, rimasto all'oscuro di questo blitz". E il mondo dello sport, attaccato, si preparerebbe a un "atto di guerra": Malagò "nella riunione del Consiglio e della Giunta del Coni del 15 novembre dovrebbe mobilitare i 15 milioni di atleti tesserati per mandare a casa questi arruffoni. E se non se ne vanno a casa, almeno negoziare sui nuovi manager di Sport e Salute affinché siano condivisi e non dei Signor Nessuno, amici degli amici, come stanno mettendo ovunque". 

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