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Danilo Toninelli: "Perché ho fatto il pugno chiuso al Senato dopo l'approvazione del decreto Genova"

Matteo Legnani
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E' stato sommerso da una salva di fischi, urla, sicuramente anche parolacce, il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, quando ieri 15 novembre nell'aula del Senato ha alzato il pugno chiuso in segno di vittoria per l'approvazione del Decreto Genova. Un gesto che è parso istintivo, eppur sicuramente esagerato, scomposto da parte di uno che siede sui banchi del governo della Repubblica e non sulle gradinate di uno stadio. Un gesto che è stato evidentemente giudicato come una provocazione da parte delle opposizioni, ma che lo stesso Toninelli difende a spada tratta oggi 16 novembre in una intervista al quotidiano La Stampa: "Negli anni - dice - abbiamo visto tantissime scene di esultanza nelle aule parlamentari, molte decisamente meno composte della mia. In passato, i partiti gioivano quando votavano leggi sciagurate per la gente, favorevoli alle lobby o riforme che tentavano di sfigurare la Costituzione. Noi esultiamo perchè aiutiamo chi è stato colpito da una tragedia immane. Ne sono orgoglioso". Leggi anche: Danilo Toninelli e il delirio al Senato, il big M5S confessa: "Ha gravi problemi a..."

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