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Maria Elena Boschi, da Madonnina a barricadera: ma alle primarie Pd correrà un'altra donna

Davide Locano
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Battagliera, all'attacco, mai intimorita, pronta alla battuta e persino allo sberleffo. Quando il gioco si fa duro, è ormai lei la voce del Partito democratico. Non solo sui social o nelle agenzie di stampa. Ma nell' Aula di Montecitorio o nelle dirette su Facebook. È la seconda vita di Maria Elena Boschi, versione barricadera. Negli anni del governo Renzi e Gentiloni era la più inseguita dalle telecamere, ma anche la più silenziosa. Parca nelle apparizioni televisive e ancora di più nelle dichiarazioni. Lontana come una statua sul piedistallo. Poi c' è stato il periodo di Banca Etruria, con gli attacchi a lei e al padre. Per mesi non la si vide più. Ora, nel ruolo di deputato semplice, non solo è tornata a farsi vedere, non solo parla e dichiara. Ma è tra i parlamentari più agguerriti della truppa dem a Montecitorio. L' altro giorno ha fatto un video su Facebook, rivolgendosi al padre di Luigi Di Maio a proposito del lavoratore assunto in nero. È stato visto, solo sul social di Zuckerberg, da 542mila persone e condiviso da quasi 10mila. Ieri è tornata sul tema, rispondendo ad Alessandro Di Battista che l' aveva attaccata. «Di Battista insulta con toni che dimostrano che il fascista in casa sua non è solo il padre», gli ha risposto. SULLE BARRICATE Qualche giorno prima aveva attaccato il professor Zagrebelsky per non aver detto «una parola sulle responsabilità di chi ha sdoganato il grillismo». Non stupisce che sia stato chiesto a lei di parlare nella giornata contro la violenza alle donne o di rispondere al sottosegretario Vincenzo Spadafora in tema di diritti, visto che al governo aveva la delega alle pari opportunità. Meno scontato, però, è che siano stati lei e Luigi Marattin a fare un video per spiegare come mai l' Europa aveva bocciato la manovra presentata dal governo italiano. Così come non era scontato che intervenisse lei, per il Pd, contro il decreto su Genova per criticare il condono. «Come potete, dopo aver abusato della parola onestà in questi anni, porvi dalla parte di chi la legge l' ha violata?», ha gridato dal suo scranno a Montecitoro. «Aver scelto di creare il caos in materia di vaccini non ve lo perdoniamo, è un errore che mette in discussione la salute dei nostri cittadini, dei nostri bambini», aveva detto alcuni giorni prima sempre prendendo la parola in Aula. E all' indirizzo dei grillini, aveva concluso con un manzoniano «verrà un giorno» Spesso replica a braccio. Altre volte, per esempio quando il ministro Danilo Toninelli è intervenuto sul decreto Genova, ha reagito d' impeto. Nelle sedute fiume è sempre presente. Insomma, Maria Elena Boschi è diventata, a dispetto di tutto e tutti, degli avversari o degli amici, comprese alcune sue colleghe deputate del Pd che mal sopportano la sua visibilità, il volto del partito. Nulla di casuale, visto che i video del Pd e soprattutto gli interventi in Aula sono studiati dallo staff che si occupa di comunicazione del gruppo. Spesso è scelta per le interviste ai Tg ma anche per i programmi di maggior ascolto. Le ragioni sono due. Non è solo che è bella. È che è preparata. Studia. E nella base ha ancora un grande seguito, come si è visto nelle feste dell' Unità di questa estate. Leggi anche: Boschi da godere, come definisce Di Battista: umiliato LA CANDIDATA Nelle settimane scorse si era parlato di lei come possibile candidata al congresso del Pd. Ipotesi sfumata. Una donna, però, ci sarà nell' affollata competizione di cui ieri sono state decise le tre tappe principali: le candidature, sostenute dalle firme necessarie, dovranno essere presentate entro il 12 dicembre, la Convenzione nazionale (che segna la fine della prima fase, riservata agli iscritti) verrà fatta il 2 febbraio e le primarie, aperte a tutti, alla sola condizione che sottoscrivano il programma del Pd, si svolgerà il 3 marzo. L' unica donna candidato dovrebbe essere Maria Saladino, iscritta al partito dal 2014 e già candidata alle ultime elezioni europee per l' Italia Meridionale. Sempre che trovi le firme necessarie. Intanto ieri Matteo Richetti si è ritirato per sostenere Maurizio Martina. L' idea è di dare vita a una candidatura nel segno della rottura «generazionale»: i 40enni contro il passato. Scelta criticata dai sostenitori di Nicola Zingaretti e da Marco Minniti, che ieri è stato contestato a Bologna dal gruppetto di un collettivo, a margine della presentazione del suo libro. (Ed.Gu)

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