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Giuseppe Conte, come scardina la Ue: il ruolo di Donald Trump e il patto segreto Parigi-Berlino

Davide Locano
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Dopo settimane di violenti scontri, il clima tra Italia e Commissione Europea è decisamente migliorato. Una svolta dietro alla quale ci sarebbe Giuseppe Conte, al quale i due vicepremier - Matteo Salvini e Luigi Di Maio - hanno di fatto affidato il mandato negoziale. Insomma, il premier si è dimostrato valido, un fattore, smentendo chi sostiene che Conte conti zero. E secondo quanto rivela affaritaliani.it, un punto fondamentale a favore dell'Italia nel dialogo con Bruxelles è stato l'appoggio, silenzioso ma pesantissimo, dell'amministrazione Usa di Donald Trump, il cui sostegno a Roma è apparso evidente nel corso dell'ultimo G20 a Buenos Aires (si pensi al selfie tra Conte e il presidente a stelle e strisce). E non solo, l'ambasciatore Usa a Roma, Lewis Michael Eisenberg, intervenendo all'Us-Italy Dialogue organizzato da Aspen Institute Italia, ha promosso la manovra del governo: "Crediamo che il processo sul budget che ha intrapreso l'Italia sia molto significativo per l'Italia, l'Unione europea e per il mondo". Leggi anche: "Si dice che Mattarella...". Bruno Vespa, la verità su Conte Il punto è che per Trump, l'Italia ha un ruolo decisivo nell'Unione europea per cercare di incrinare, o quantomeno depotenziare, l'asse franco-tedesco, che piace il giusto - eufemismo - a Washington. Ma soprattutto, si legge sempre su affaritaliani.it, "gli Stati Uniti e il governo italiano sono altresì convinti che esista una parte segreta negli accordi tra Parigi e Berlino, un inedito diplomatico, che rende l'asse franco-tedesco ancora meno apprezzato a Washington e a Roma". Insomma, l'appoggio di Trump è stato fondamentale per una "pax" tra il governo e la Commissione, così come però sono stati decisivi quelli che saranno dei passi indietro rispetto ai piani originari del governo gialloverde. Nel dettaglio, la ormai famosa quota 100, con la quale verrà riformata la legge Fornero sulle pensioni, sarà utilizzata solo dal 70% circa degli aventi diritto, generando così un risparmio di due miliardi di euro rispetto ai calcoli iniziali. Un cambiamento, probabile, che rende compatibile con le richieste di Bruxelles la riforma delle pensioni.

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