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Marco Minniti, dopo il ritiro per la segreteria Pd lancia l'avvertimento a Renzi: l'incubo scissione

Gino Coala
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Tramontata miseramente la candidatura di Marco Minniti alla segreteria del Pd, tra i dem si fa sempre più concreta la prospettiva di irrimediabile scissione. Da sempre renziani e tutti gli altri vivono costretti in una convivenza forzata mai del tutto digerita da entrambe le parti. Ora che l'ex ministro ha ritirato la sua candidatura, dopo aver capito chiaro e tondo che nessuno dei fedelissimi di Matteo Renzi avrebbe mosso un dito per aiutarlo, l'arrivo di una spaccatura del partito è dato ormai per certo. Leggi anche: Pd, Minniti minaccia il ritiro e Renzi lo spernacchia: "Non mi interessa" / Video Di fughe il Pd ne ha viste un bel po' negli ultimi anni, come quelle di Pierluigi Bersani e Roberto Speranza, nomi ormai affidati ai libri di storia. Minniti, intervistato da Repubblica, mette in guardia chi ha intenzione di mollare tutto il baraccone Pd per dare vita per esempio a un partito tutto suo, anche se all'ex ministro scappa un po' la mano: "Spero davvero che nessuno pensi a una scelta del genere. Si assumerebbe una responsabilità storica nei confronti della democrazia italiana. Questo passaggio va oltre la cronaca. Indebolire il Pd significa indebolire la democrazia italiana. Mai come adesso rischiamo uno slittamento. Mai come adesso le differenze tra i partiti sono tanto nette". Minniti insomma evoca addirittura la scissione comunisti-socialisti del 1921, il fascismo alle porte, le cavallette e la morte dei primogeniti: "La storia non si ripete mai nella stessa forma. Ma è vero che dal '48 in poi mai la differenza sul modello di società e sui valori è stata così ampia".

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