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Giuseppe Conte, il retroscena: come ha sedotto Juncker, svolta decisiva per il futuro dell'Italia

Davide Locano
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Sono mister Giuseppe Conte e risolvo problemi. Con il piglio deciso del celebre mister Wolf nel film cult, Pulp Fiction, il premier italiano si è presentato a Bruxelles e ha provato a risolvere la grossa grana della procedura d' infrazione sui conti pubblici che la Commissione Europea "ha promesso" all' Italia, senza però farla ancora partire. Il capo del governo, accompagnato dal ministro Tria, ha parlato con Jean Claud Juncker, il vicepresidente Dombrovskis e il commissario agli Affari economici Moscovici e ha illustrato loro le modifiche alla manovra. Il ridimensionamento nei numeri è evidente - si passerà dal 2,4 al 2,04% ha detto Conte - e viene quasi completamente incontro alle richieste di Bruxelles che pare volesse un numerino di poco inferiore al 2%. «Non spetta a me prevedere quale sarà la reazione conclusiva della commissione - ha commentato il presidente del Consiglio - La nostra proposta è stata giudicata importante, significativa». E ci mancherebbe che non fosse stata giudicata significativa. Siamo quasi ritornati a fine settembre quando il vicepremier grillino Luigi Di Maio festeggiava sul balcone di Palazzo Chigi l' indicazione nel Def di un rapporto deficit/Pil al 2,4% contro le imposizioni di Bruxelles che lo volevano all' 1,9%. Leggi anche: Giuseppe Conte e la grana Abu Mazen ALTRO LAVORO Il problema è che gli sforzi italiani non sono stati giudicati risolutivi. «Serviranno altri giorni di lavoro tecnico per arrivare a una conclusione della trattativa», spiegano alcuni fonti Ue dopo l' incontro, anche perché sembra che la proposta di Conte sia stata inviata nei dettagli solo poche ore prima dell' arrivo del premier a Bruxelles. Cosa vuol dire tutto questo? Bruxelles non è ancora soddisfatta? Insiste per una riduzione ancora più marcata del deficit o sta solo vagliando la nuova manovra? Le stesse fonti europee fanno sapere che la trattativa è a buon punto ma che bisogna lavorare nei prossimi giorni. «La novità positiva - si legge - è che c' è la volontà di trovare una soluzione». Sembra che la vera discussione riguardi il deficit strutturale, cioè la differenza tra entrate e uscite al netto del ciclo economico. Vedremo. Il fatto è che bisogna chiudere come ha caldamente consigliato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che da due mesi e mezzo (dalla rottura di fine settembre) sta "lavorando" per ricucire i rapporti tra Italia e Ue: «Auspico - ha evidenziato - che si possa trovare un' intesa, perché la procedura di infrazione rischia di creare problemi pesanti all' economia del nostro Paese». Conte, che in serata ha riferito sullo stato dell' arte a Salvini («Siamo a lavoro - ha commentato il leghista - per evitare sanzioni e problemi con Europa e mercati») e Di Maio, ostenta ottimismo: «La trattativa con la Ue - ha evidenziato via Twitter - prosegue, andiamo avanti con forte determinazione». Mentre dal Mef arriva l' altra notizia: da domani (oggi ndr) il ministro dell' Economia Giovanni Tria condurrà, in Belgio, trattative a oltranza per trovare la quadra definitiva. COSA È CAMBIATO? Anche perché il vero interrogativo è sul come sia cambiata la manovra. Conte assicura che i due cavalli di battaglia di Lega e M5S, reddito di cittadinanza e quota 100, entreranno in vigore come è stato preannunciato: «Dagli importi alla platea, non rinunciamo a nulla». E allora? «Le stime tecniche - continua il premier - ci consentono di recuperare qualche risorsa: ovviamente abbiamo aggiunto qualcosa per quanto riguarda il piano di dismissioni e abbiamo calibrato questa nuova formula». Parliamo di più di 7 miliardi di euro. E pensare che arrivino quasi tutti da cessioni di immobili o dal passaggio di quote di società pubbliche alla Cassa Depositi e Prestiti risulta poco realistico. Da notare, infine, che la famosa arma francese, lo sforamento annunciato da Parigi che avrebbe dovuto dare più forza alle rivendicazioni italiane, non sarebbe neanche stata tirata in ballo. Tant' è che il premier sul tema ha glissato: «Io mi occupo dell' Italia», ha risposto ai cronisti che lo pressavano. di Tobia De Stefano

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