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Matteo Salvini, è arrivato il momento di reagire: non puoi ingoiare le porcate M5s sull'economia

Davide Locano
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Nei giorni scorsi in redazione abbiamo discusso, oltre che sulla marca migliore del panettone, di che cosa sia accaduto alla Lega. Credo che lo stesso tipo di domande, per la durata massima di due minuti, perché per fortuna ci sono cose più serie, abbia farcito anche il pranzo nelle famiglie, che di guai ne avrebbero già abbastanza senza bisogno di amareggiarsi per le delusioni di una manovra gradevole solo per fannulloni di stanza (da letto) in Meridione. Non siamo ciechi: la necessità di evitare una crisi di governo e l' insediarsi di un esecutivo di tecnici ha spinto Matteo Salvini ad accontentare Luigino Di Maio. Il problema è che la quadra si è trovata sotto il livello della decenza. A furia di usare la lima per togliere elementi di attrito tra le due componenti del governo, si sono accumulati troppi trucioli di sogni perduti. Ah la Flat tax, poveretta, ci tocca camminare sopra la sua chimera, mentre i Cinque Stelle impugnano la fiaccola del vittorioso reddito di cittadinanza. Non è un bel vedere. Leggi anche: Andrea Romano, la porcata del piddino contro Salvini Le opinioni sul tema a Libero sono abbastanza concordi. Frequentiamo non i salotti o le conventicole, ma chi ha da lavorare più che da manifestare, perciò abbiamo la presunzione che i nostri pareri somiglino ai sentimenti che attraversano le genti del Nord vogliose di riscuotersi dalla crisi. Imprenditori, artigiani, operai e pensionati sono costernati dal constatare che questo governo abbia ammainato la bandiera del lavoro e della libertà economica, metta piombo nelle ali del ceto produttivo, e stia trasformando l' Italia in una repubblica socialista, il cui simbolo è un divano a cinque stelle. L' iniziativa privata in ogni settore, anche quello del sostegno ai più deboli, è guardata con sospetto, e punita. Prevale un sottile desiderio di statalismo, per cui a dirigere l' economia finiscono gli amici dei nuovi potenti. Delusione. LA VITA È COMPLICATA Salvini ci ha delusi? Sì. E allora? Forza Salvini. Siamo stretti tra queste due constatazioni che fanno a pugni tra loro. Del resto chi non lo sa che la vita è complicata? Siamo affranti per una manovra perdente, forse necessitata dai rapporti di forza. Eppure ci sostiene la convinzione (e se non ce l' avessimo dovremmo inventarcela per tirare avanti) che l' avventura positiva di un leader il quale ha resuscitato le speranze di riscatto del Nord del Paese, e non solo, riprenda dalle cose buone fatte, e trovi l' energia per sgomberare il campo dalle scorie di un laboratorio dove il socio a tempo sta facendo di tutto per rovinare la reputazione di quello bravo. «Vergin di servo encomio», come diceva di se stesso Manzoni verso Napoleone, non ci accomoderemo nel «codardo oltraggio». Assai in piccolo ci identifichiamo in questo atteggiamento nei confronti di Salvini. Non ritiriamo nessuna delle nostre rimostranze, ma non intendiamo lasciarci cadere le braccia. Siamo stati franchi nel manifestare sconcerto per la condiscendenza di Salvini verso Di Maio, fino a consentire misure punitive verso la piccola editoria, mettendo a rischio la stessa sopravvivenza di voci libere, tra cui la nostra, cosa che non dovrebbe premere soltanto a noi. Ma non riusciamo ad essere sufficientemente meschini da vedere solo il nostro ombelico in pericolo. E sappiamo che Salvini ha tutte le doti per ribaltare la sua condizione di subalternità. Il leader del Carroccio ha pagato la possibilità di governare accettando una catena che ne circoscrive i movimenti intorno alle questioni dell' immigrazione e della sicurezza. Non sono faccende minori. E in questo ambito Salvini ha dato più di quanto ci si potesse attendere. Bravissimo. La catena gli impedisce di addentare l' osso dell' economia. Tria cura il bilancio, e non è cosa piccola. Ma i ministeri dello sviluppo economico, del lavoro e quello delle infrastrutture sono di pertinenza grillina, e s' identificano negli sciagurati nomi di Di Maio e Toninelli. Ci domandiamo da quali luoghi ancestrali della sua anima nordica, Salvini riesca a trarre le risorse spirituali per elogiarli. Basterebbe applicasse un decimo dell' inventiva che gli serve per difendere l' indifendibile, e sarebbe un bel colpo di freno allo scempio di imprese e grandi e piccole opere. ABBAIARE FORTE Forza Salvini. Se la catena del contratto lo lega all' immigrazione, però oggi Salvini ha almeno la possibilità di abbaiare forte e - avendo ceduto molto nella manovra - ora può provare a strapparla. I rapporti di forza impongono un' inversione di rotta in economia. Ci spieghiamo. L' aliquota unica e bassa (23 per certo) era la misura pratica e simbolica in cima al programma della coalizione di centro-destra che ha ottenuto il 37 e passa dei voti contro il 33 del M5S. La Lega, che ha avuto nei collegi uninominali anche il voto dei simpatizzanti di altre compagini sorelle, ha ricevuto il mandato anche da quella porzione di elettorato. Non lo diciamo per fare le smorfiacce alla Lega, ma per evitare lagne sul fatto che il Carroccio deve adattarsi a pesare di meno in Parlamento, e dunque deve dare il primato in economia ai Cinque Stelle. Osserviamo che mentre Salvini salva sempre di Maio e i suoi da ogni attacco, non altrettanto fanno dalla parte pentastellata, dove si permettono in branco di addentare chiunque tra gli alleati non sia d' accordo con loro. Forza Salvini. E vadano al diavolo quanti lo criticano perché il mattino spalma Nutella sul toast e lo inzuppa nel caffelatte, come se fosse mancanza di rispetto verso la Sicilia. Era più solidale il cannolo? Contro gli sciacalli di ogni tipo e foggia, di destra o di sinistra, forza Salvini. di Renato Farina

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